Per uno scrittore, l’incipit è un aggroviglia-mente. È un biglietto da visita, un elaborato che richiede tempo, devozione, curiosità e visione perché è con l’incipit che il lettore diventa un amico. È un connubio di suggestioni ed emozioni, di anticipi e rivelazioni, è la chiave che apre la porta narrativa. Personalmente, non faccio parte del pubblico incipit – preferisco il corpo e il finale – ma questa è una questione personale e tale deve restare.
“Silenzio, solitudine e tempo.”
Queste sono le prime battute de “Il granello di sabbia nell’ingranaggio” di Riccardo Simoncini, pubblicato da Edizioni Convalle. Tre parole. Tre concetti legati o indipendenti. Tre aspetti che l’autore sparge tra le pagine attraverso una serie di vicende intricate e non banali.
Entriamo nel vivo e iniziamo con la solitudine.
Simoncini nasconde questa condizione con grande abilità quando racconta di Iacopo che, preso da un moto di amore a comando, invita Alice in Toscana, a mangiare panini al lampredotto, a camminare persi nella bellezza dell’arte; la esaspera, quando racconta il loro primo incontro e l’effetto vodka che gli aveva teso una dolce trappola.
“… sa essere dolce, la solitudine, quando pace e tranquillità si distendono al tuo fianco e restano le uniche a tenerti compagnia, ma in quei momenti non si ha più nessuno a cui dover mentire e anche le verità vengono a bussare impietose al tuo uscio, ricordandoti chi sei…”. Questa una delle più significative riflessioni legate a Iacopo.
Con i silenzi, l’autore ci presenta Ezio: un uomo chiuso tra abitudini malate, sguardi pericolosi, che adora il cibo spazzatura, l’ozio e l’asocialità.
…” Non aveva amici …”; “…Stava in negozio dalle nove alle diciotto … poi usciva e tornava a casa … “ ; …” Ogni giorno sempre uguale…”. Questo è Ezio, e molto di più.
Con il tempo, Simoncini ci porta da Anna e Marco. Lei è la donna che custodisce un pezzo di cuore di Iacopo, che finisce ad amare Marco, un ragazzo che prepara colazioni a base di sorrisi e venerazioni. Il tempo, per Anna e Marco, è lo spazio per amarsi, per guardare un film abbracciati sul divano.
…” Il tempo trascorso insieme non gli bastava mai…”. Questo è Marco e sono certa non servano ulteriori commenti per comprendere la natura di questo personaggio.
La solitudine, i silenzi e il tempo sono come gli addendi di un’operazione il cui risultato forma il destino. Un destino capriccioso, doloroso, in principio sbagliato ma che, in finale, riserva soprese inaspettate.
E nel destino di Iacopo ed Ezio, di Alice e Sebastiano, di Anna e Marco il tempo, la solitudine e i silenzi hanno un nuovo spazio, più grande e coraggioso del precedente.
Riccardo Simoncini usa con grande abilità la narrazione in prima persona alternata alla terza e questa struttura permette di seguire meglio le vicende dei personaggi che si prendono la fetta di tempo narrativo che gli spetta. La sua penna – stavolta più curda e diretta rispetto a “Come biglia in equilibrio precario” – è una conferma: passaggi chiari, scorrevoli, dialoghi brevi e descrizioni affilate formano una lettura che risveglia e convince.
Si ringrazia l’autore per l’invio diretto del romanzo.
Nota biografica dell’autore:
Riccardo Simoncini, classe 1978, di giorno in giro per l’Italia a bordo dei treni, di notte aspirante scrittore. A tempo pieno papà per passione.
Nasce e passa parte della sua vita a Milano ma cresce e torna tra i vicoli stretti ed accoglienti della calda Palermo, un diploma tecnico in attesa infinita di una laurea ancora più tecnica, ed una vena artistica in cerca della sua giusta direzione.
L’arrivo in finale di un suo elaborato a un concorso letterario (che ha dato il via alla collaborazione con riviste a tiratura nazionale) lo ha convinto a ad insistere su questa strada, e dunque continua a dare sfogo alla sua fantasia, mettendo per iscritto le idee strane e malsane che frullano in quella testa in perenne movimento, come le foglie degli ulivi sferzati dai venti della sua terra.
La sua opera prima, una raccolta di Racconti dal titolo “Come biglia in equilibrio precario” è edita da maggio del 2017.
A dicembre dello stesso anno, insieme ad altri tre autori, pubblica un esperimento letterario dal titolo “Dalla A alla Zeta – Follie di quattro scrittori”.
Nel 2018 arriva il suo primo romanzo “Il granello di sabbia nell’ingranaggio” e, nello stesso anno, il suo ultimo lavoro attualmente edito “Cerca di non mancarmi troppo” scritto a quattro mani insieme a Stefania Convalle.
Tutte queste opere sono edite da Edizioni Convalle.
Link di acquisto del libro:
https://www.edizioniconvalle.com/il-granello-di-sabbia-nell-ingranaggio-9788885434-21-9-c2x26035485
Complimenti a questa lettrice così attenta. E’ riuscita a leggere nell’animo di Riccardo, cogliendone tutte le sfaccettature; perchè lui è proprio così, “parola di mamma”.
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Grazie infinite, Valeria, per una delle recensioni più attente e accurate che abbia letto finora al mio romanzo.
E grazie anche a mia mamma che mi segue sempre! 😄
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