“… Voi giovani siete abituati ad ottenere tutto e subito; avete perso completamente il gusto dell’attesa. Ma qual è il piacere di raggiungere l’obiettivo senza aver assaporato ogni istante che separa dalla meta? …”
Un concetto simile, nel contesto storico-sociale nel quale ci troviamo oggi, non passa certo inosservato. Ammetto di essermi soffermata molto, sopra queste due brevi frasi. È l’attesa che genera le aspettative, è lei che spinge le emozioni, i sogni, i desideri. Senza l’attesa, forse, la meta non avrebbe lo stesso gusto. E, proprio per questo, il fattore tempo entra in gioco, anzi, diventa il protagonista del gioco. L’attesa genera un lasso di tempo dentro al quale si vive, si esiste, e soprattutto, si impara a conoscersi. Non solo. Il tempo dell’attesa ci illude d’essere un tempo fermo, invece, è l’esatto contrario: la mente viaggia, costruisce, immagina. Questo è movimento. Il movimento che preferisco.
Olivia, la protagonista de “Con il vento a favore” di Roberta Capriglione è la giovane donna alla quale la frase citata è rivolta. Lei è l’emblema della giovane moderna: impegnata tra lavoro, casa e fidanzato, poche amiche ma vere e qualche collega col quale dividere l’impegno diurno. Una vita “normale” impregnata di fasi cicliche, ovvie, reali. Una vita scandita da un ritmo certo e rassicurante.
Nel ciclo virtuoso che è la vita, Olivia crede di aver raggiunto la sua meta personale quando lo sgambetto del destino la obbliga a ricominciare la salita. Una salita impervia, dove le intemperie non si contano, ma che, in questo viaggio, ha un gusto nuovo, inatteso: quello dell’Amore. Un amore completo verso se stessa, la vita, il destino, la possibilità e soprattutto verso la solitudine che l’attesa genera.
Roberta Capriglione ha creato un personaggio semplice e forte, una donna rappresentativa della società moderna, un’icona di coraggio e determinazione; una trama che spezza e che crea il libro nel libro: il prima e il dopo interagiscono tra loro, sono una sorta di specchio nel quale l’immagine di Oliva si riflette senza filtri.
Nella prima vita di Olivia il caffè si beve alla macchinetta, è macchiato e condito da chiacchiere spezza-lavoro e qualche pettegolezzo; oppure a casa, la sua specialità è il cappuccino del week end, schiumoso e caldo al punto giusto, accompagnato da biscotti alla farina di riso. Nella sua seconda vita, invece, il caffè si prende al bar, seduta. Il tempo, la solitudine e l’attesa si sciolgono nella sfoglia di un cornetto e in uno sguardo che, da principio, sembra casuale.
La protagonista sta alla cucina come una tigre nella foresta nordica: il supermercato è un luogo astratto dove comprare il necessario, il frigorifero canta vittoria se ospita mozzarella-insalata-uova, affettare un pomodoro richiede un impegno fuorimisura e le cene migliori sono al ristorante. Proprio al ristorante, una sera, davanti al solito Burrito Tex con pollo, fagioli, formaggio e guacamole, la porta sulla prima vita si chiude, con un tondo tanto acuto da scuotere il silenzio e da scaraventare le abitudini in un luogo lontano e irraggiungibile.
Stare con Olivia è un esercizio, per il lettore. Il suo lento vagare tra il senso del dovere e responsabilità, tra lacrime e ingiustizie, tra passato e presente, tra presente e futuro, ti accompagna e ti scaraventa addosso le sensazioni che la protagonista vive.
Il lettore si trova incagliato in problemi, dolori e solitudine (tanta). E proprio quest’ultimo aspetto che il lettore non può evitare. La solitudine di Olivia è quella errante, quella che lei cerca di curare con gelato cremino e caramello, un buon vino, una pasta al pesto, un hamburger con patatine. Una solitudine ingiusta, rabbiosa e sbagliata, in principio. Una solitudine necessaria, utile, vibrante. La solitudine vera e autentica che non dovremmo temere.
Roberta Capriglione narra una storia in prima persona, consegna al suo personaggio la trama e lascia che sia lei ad esplorare l’ambientazione, i fatti, i sentimenti. Il risultato è uno spaccato di vita che infonde messaggi chiari di cui oggi più che mai abbiamo bisogno: il sacrificio visto come mezzo per raggiungere una meta, la solitudine per conoscere se stessi, il silenzio per riscoprire suoni dimenticati. In ultimo, ma non per ordine di importanza, una trama originale che nasconde e presenta, e che scorre verso un finale che vorresti non arrivasse mai.
Si ringrazia l’autrice per l’invio diretto del romanzo.
Nota biografica dell’autrice:
Roberta Capriglione nasce a Catanzaro, nel 1976. Si laurea a Milano in Relazioni Pubbliche, per poi trasferirsi a Roma. Ha pubblicato Con il vento a favore (2018), Variazione (2020) e numerosi racconti, tra i quali Binario 7 e Tu ci sarai, inseriti in due raccolte antologiche. Ha ricevuto riconoscimenti e menzioni d’onore. Con il vento a favore si è aggiudicato il premio “Pianeta donna” al Concorso Internazionale Montefiore ’18 ed è rientrato nella lista dei finalisti dell’Etnabook ’19 e del Premio Tre Colori ’20.
“Con il vento a favore” ha la sua colonna sonora. Il cantautore Domenico Pompilio ha composto e arrangiato una melodia che ci riporta ai cantautori del passato, ma che si proietta, con grande abilità e delicatezza, in un panorama musicale contemporaneo, mai superato. Ed ecco che chitarra, voce e armonica, nella loro semplicità, hanno dato vita ad un paesaggio sonoro atto a trasmettere e rafforzare nell’ascoltatore il messaggio insito nel libro. “Con il vento a favore” è su Youtube, Spotify, Soundcloud e su tutte le piattaforme digitali.
Il libro è disponibile in formato cartaceo o ebook su Amazon.
L’ha ripubblicato su Roberta Capriglione.
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