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“Delitti nell’orto – Le prime indagini della Sciura Marpol” di Anna Maria Castoldi e Miriam Donati, Edizioni Convalle.

L’intento di “Bood” è unire e i lettori hanno ormai ben chiaro l’obiettivo di questo blog. Noi estrapoliamo temi e sapori che sanno tratteggiare trame e personaggi. Attraverso questo binomio, l’impegno è sempre lo stesso: far emergere bellezza, stimoli e piaceri perseverando in questo scopo come un poeta in cerca della parola migliore. Tuttavia, il tema delle unioni è così vasto che la catena potrebbe essere infinita, perpendicolare alle idee e, proprio per questo ho deciso di azzardare proponendovi un terzo fattore: letteratura, sapori e luoghi.

Sì, cari amici, i luoghi sono un elemento indispensabile all’unione… ed è proprio da una regione d’Italia che parte il nostro viaggio di oggi.

La regione che vi voglio presentare è la Lombardia.

L’immaginario collettivo attribuisce a questa regione del nord una nomea poco convincente, ammettiamolo: nebbia, smog, caos cittadino, stress lavorativo, pianure che finiscono in un orizzonte piatto e monotono, freddo pungente in inverno, zanzare e afa in estate. Ci sono le montagne, sì, ma vogliamo parlare del mare? La sua mancanza è conseguenza di malattie visive, olfattive, sensoriali. Insomma, sulla carta, la Lombardia potrebbe non essere un’attrattiva per molti. Invece, sulla scia del “niente è come sembra” la regione più popolosa d’Italia possiede alcune perle di rara bellezza. Una bellezza da cercare, sicuramente, non così apparente, certo, ma non per questo meno gradevole. Le città: la fiera Milano che negli anni si è aperta a nuovi orizzonti urbani di impronta naturalista; la dolce Cremona che danza sulle note di un violino tra le onde quiete del fiume; la nobile Mantova e le sue piste ciclabili pianeggianti; la Valtellina e le sue vette che regalano tramonti mozzafiato e piatti dai sapori caldi e corposi; l’arte di Pavia; le raccolte Como e Varese i cui laghi sono una cornice naturale preziosa; il grande Lago, il Maggiore, le cui acque si dividono per unirsi. E… molte altre città, valli, vette, boschi, sentieri, borghi, laghi che meriterebbero una menzione per la loro particolare bellezza nascosta e che v’invito a scoprire, restrizioni del periodo permettendo, ovvio.

Le città lombarde sono da sempre riconosciute, invidiate e beffeggiate; il loro senso del dovere è motivo di vanto o di derisione, il loro essere sempre in movimento una valida occasione di riflessione.

Tuttavia, ciò di cui spesso non si tiene conto, è la fitta rete di piccole-medie realtà urbane che abbracciano la città e che, nel tempo, hanno saputo mantenere ritmi di vita ben lontani dal flusso cittadino e un lodevole patrimonio storico-gastronomico.

Una di queste è Maranese, il paese dal curioso nome frutto dalla fantasia di Anna Maria Castoldi e Miriam Donati, luogo di nascita di “Delitti nell’orto – Le prime indagini della Sciura Marpol”. Un paese che sprigiona desiderio di comunità in ogni angolo,  dove l’amicizia è un dovere, un obbligo morale più verso se stessi che  gli altri; dove l’articolo è cucito al nome e le abitudini sono un angolo confortevole e rassicurante in cui leccarsi le ferite.

Le scrittici tessono una fitta rete di personaggi dalle sembianze reali, ognuno delimitato da una spiccata personalità: il risultato è una narrazione leggera che spinge il lettore nei delitti, dalla consapevolezza che i valori sono un bene prezioso, e che la lotta contro il male, se affrontata insieme, è più facile da vincere.

Si incomincia con le foglie verdi dell’orto che sono talmente belle da brillare di luce e che confermano all’Osvaldo che l’orto, quella terra piana che è diventata la ricchezza di un gruppo di nonni e bambini, è un micro mondo che crea soddisfazioni nei momenti migliori e calma quando serve. Un orto, appunto, elemento ambientale scelto con arguzia dalle scrittrici per fondare il messaggio di unione che prevale con forza nel romanzo: la terra e i suoi frutti, il sacrificio e l’impegno, la dedizione e la cura, il lavoro manuale che è indispensabile per sanare i dubbi della mente. Dall’orto si parte, nell’orto si termina. Come un ciclo, come la vita.

Ci sono i pomodori succosi che l’ispettore Ascione teme possano essere “diversi” da quelli che si coltivano nella sua amata Campania e che lo ingannano, in principio, perché diverso non significa meno gustoso; c’è l’acqua, l’oro liquido, che con la sua semplice indispensabilità rimette in circolo vite e terra e questo Ascione lo sa bene.

Ci sono i frutti del lavoro dell’orto, le verze per esempio, che l’Onorina (l’attempata donna detective il cui acume e saggezza le hanno valso il nomignolo di “sciura Marpol”) monda e cuoce per ottenere la tradizionale casseuola in uno dei pranzi che porta all’amica, la Rita, nella casa di riposo che la ospita. I pranzi sono i momenti: la condivisione, il sostegno, la vicinanza che è un dovere a doppio senso. Non solo. Perché l’Onorina è una donna che resta, anche e soprattutto quando il gioco diventa spietato e all’orizzonte si prospetta un’ombra che chiunque teme, anche alla sua età. La frutta dell’orto diventa allora un rimedio per curare più l’anima che il corpo, per prepararla alla solitudine che verrà.

Non lontano dall’orto, i sapori elevano attimi di rilevanti riflessioni. Il sugo piccante sugli spaghetti convince un amore appena nato perchè quando una donna non teme di godere del cibo davanti al suo uomo lo ha già conquistato; un tè caldo accompagna confidenze e il nascere di un’amicizia singolare; gli sfilatini di grano duro diventano pretesto per chiacchierare di indagini; la mista (una miscela di spuma e vino in egual misura) riempie i bicchieri del bar del paese, altro luogo indispensabile a unire le anime disperse, i troppi curiosi, gli sproloqui e gli sguardi.

“Delitti nell’orto – Le prime indagini della Sciura Marpol” è una tela dove, attraverso un possente messaggio di solidarietà, le fragilità dell’uomo emergono con decisione: i tradimenti, la violenza, il desiderio di vendetta, la solitudine, il potere che stordisce.

Cari lettori, è mio dovere ripeterlo, ancora e all’infinito. Non fatevi ingannare da ciò che potrebbe sembrare una lettura scontata: al contrario, la semplicità di una narrazione o di una vicenda sono uno specchio che riflette l’animo umano e la sua complessità. Leggete “Delitti nell’orto – Le prime indagini della Sciura Marpol” con la giusta dose di sorrisi e piacevolezze, ma non dimenticatevi che è proprio la semplicità il modo migliore per affrontare i temi che da sempre ci affliggono.

Si ringraziano le autrici per l’invio diretto del manoscritto.

Note biografiche delle autrici:

– Anna Maria Castoldi è nata a Mariano Comense. Si è trasferita per studio a Milano dove abita, dal 1976, con marito e figlio. Professionista della prevenzione in sanità pubblica nell’ambito materno infantile con specializzazione nell’educazione sessuale, ha lavorato come assistente sanitaria in un Consultorio Familiare dell’ASL di Milano per molti anni fino al collocamento a riposo.

– Miriam Donati, nata a Milano, abita da sempre a Garbagnate Milanese. Ha lavorato come Area Manager in aziende commerciali e di impiantistica svolgendo l’attività lavorativa spesso all’estero,organizzando Fiere e concludendo contratti soprattutto in Russia e in Cina. Coniugata, ha una figlia.

Hanno molto in comune: l’amore per la letteratura e il cinema, i gruppi di lettura che entrambe frequentano in luoghi diversi ma anche qualche passione specifica: il mare per Miriam e le passeggiate nella natura per Anna Maria.

Entrambe lettrici forti, sono cresciute in piccoli paesi e proprio questo “imprinting” le ha accomunate nella scrittura.

Dal loro incontro condividono le esperienze maturate nel lavoro, pur in ambiti molto diversi, trasformandole in ispirazione per i loro testi, nonché la sfida stuzzicante di riuscire a “dare forma” alle storie. E tutto quello che non è possibile “raccontare o far accadere con le parole” è per loro anche la spinta per continuare a scrivere.

Dopo aver vinto alcuni concorsi per racconti sia da sole sia in coppia negli anni 2014, 2015 e 2016, hanno pubblicato insieme due gialli: nel 2017 “Delitti nell’orto” (Happy hour)e nel 2018 “Fughe e ritorni” (Scatole Parlanti) finalista al Garfagnana in Giallo 2018. Nel 2019 hanno pubblicato insieme a Giovanni Milanesi “La svolta” con Edizioni Convalle. Con questa casa editrice nel 2020 hanno ripubblicato “Delitti nell’orto, le prime indagini della sciura Marpol” con l’aggiunta di una indagine supplementare.

Link di acquisto del libro:
www.edizioniconvalle.com/delitti-nell-orto-c2x31840729

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