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Recensione: “Il porto segreto – Un’indagine di Valentina Redondo” di María Oruña, Ponte alle Grazie.

il porto segreto

“Riveiro non si staccò dal medico legale: voleva almeno sapere, a prima vista, a che periodo pensava potesse risalire il cadavere. Il sergente aveva la strana e inquietante sensazione che quei resti umani nascondessero una grande storia, avvolta in quelle lenzuola indurite e logorate dal tempo che emanavano solitudine.” Citazione tratta da “Il porto segreto”.

Epoca moderna, Cantabria, Spagna. Un giovane e affascinante inglese – Oliver Gordon – decide di iniziare una nuova vita, nella villa di famiglia adagiata su una dolce sommità, a pochi passi dal mare. La scoperta di un corpo murato nel seminterrato della grande casa è l’azione che dà il via a “Il porto segreto – Un’indagine di Valentina Redondo” di María Oruña, edito da Ponte alle Grazie e tradotto da Elisa Leandri, Monica Magnin Prino, Tiziana Masoch ed Ersilia Serri.

Lo sviluppo della trama appare chiaro, già nelle primissime pagine: un narratore onnisciente lascia il posto a una voce in prima persona che irrompe e che aumenta la tensione. Grazie a questo scambio, il lettore apprende di essere in una storia binario tra presente e passato. Il passato che l’autrice ha voluto raccontare è la metà del secolo scorso: periodo di guerre, divisioni, sofferenze, umiliazioni e scelte difficili. Ha le sembianze di un pendolo, “Il porto segreto”: il lettore segue l’andamento della narrazione, avanti e indietro nel tempo. L’area geografica – l’area delle azioni – resta la Cantabria, ma c’è un ampio spazio dedicato a cenni storici e culturali di paesi lontani. Componente, quest’ultima, che accende l’interesse e che contribuisce ad arricchire la trama.

Una delle particolarità di quest’opera – che stuzzica ulteriormente l’interesse– è il momento in cui entra in scena lei, la protagonista, la tenente Valentina Redondo. Il lettore avverte la sua presenza, ogni pagina è pregna di lei, ma è necessario aspettare qualche capitolo, prima di incontrare la sua presenza fisica. Un’ottima strategia, questa, che rivela l’abilità narrativa di María Oruña.

Valentina Redondo è un personaggio magnetico: a renderla speciale sono i suoi occhi di un colore diverso l’uno dall’altro, la sua mania di perfezione e la sua assertività. Il punto di vista attraverso il quale la conosciamo è quello dei colleghi, di Oliver e degli altri personaggi che entrano in azione. Altra particolarità che ho riscontrato:” Il porto segretoassomiglia a un enorme puzzle in cui i personaggi– tanti – occupano un posto specifico, indispensabile. Un ruolo, per l’esattezza, che il lettore deve scoprire.

María Oruña dimostra destrezza e sicurezza: accompagna, nasconde, distorce, incuriosisce, lega e taglia relazioni, sparge segreti, ingiustizia e follia, sceglie temi sociali per iniettare riflessioni, sparge amore, speranza, solitudine, genitorialità e inganno con maestria.

Temete di perdervi all’interno di una narrazione così ricca? Non preoccupatevi, non succederà. Un’ulteriore particolarità che ho apprezzato è il puntuale recap che riferiscono Valentina, il sergente Riveiro, il sottotenente Sabadelle e il resto del team. Per una lettrice come me – un po’ sbadata di natura – è una sorta di porto sicuro, dove posso ritrovarmi e riprendere il filo conduttore.

L’indagine –  che assomigli a una matrioska –  mi è parsa da subito interessate perché si svolge per strada, in macchina, negli interrogatori a domicilio. Un’altra strategia furba: l’autrice in questo modo permette al lettore di vagare e di conoscere la terra a cui lei è particolarmente legata.

Della Cantabria, oltre all’ambientazione scenografica e affascinante, l’autrice sfrutta anche la cultura gastronomica e non è un caso se, nel farlo, ha scelto un dolce: la quesada. Questa preparazione è tipica della regione cantabrica, è a base di formaggio, farina, uova, burro, limone e cannella e, per la sua versatilità, si adatta a colazioni, merende, o ad altri momenti di pausa. Un piatto che, proprio per questa sua capacità di adattarsi, è stato inserito in molte scene. 

È la mia ultima nota, questa, per “Il porto segreto”. Una nota dolce, come dolce è, del resto, quel retrogusto che ho avvertito, in molti passaggi del romanzo.

Quando leggere “Il porto segreto – Un’indagine di Valentina Redondo”? Vi consiglio di leggerlo quando avete voglia di immergevi in un giallo ben strutturato, su due concetti, l’uno indispensabile all’altro: le tecniche di indagine e un periodo storico piuttosto lungo e complesso. Ma, soprattutto, leggetelo per assaporare uno stile narrativo incantevole.

Si ringrazia l’ufficio stampa di Ponte Alle Grazie per la copia in omaggio.

Nota biografica dell’autrice:

María Oruña (Vigo, 1976), laureata in legge, ha esercitato per dieci anni come avvocato. Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo, La mano del arquero, e nel 2015, con il successo internazionale de Il porto segreto (Ponte alle Grazie, 2023), decide di dedicarsi interamente alla letteratura. Da Ponte alle Grazie è uscito anche Quel che la marea nasconde (2022).

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