“Volevo dare un taglio netto al mio passato, cancellare le origini, ma le ultime rivelazioni della mamma mi costringono a scoprire come sono andati i fatti”. Citazione tratta da “La colpa dei padri”.
Si dice che il passato sia una lezione e un’impronta indelebile, ma anche una direzione, sotto certi aspetti. La nostra storia è scritta, e il futuro ci può permettere di accettare ciò che non abbiamo potuto – o voluto – comprendere.
Il passato che si tuffa nel presente – e nel futuro – è uno dei temi che Maria Rita Sanna ha trattato, nel libro dal titolo “La colpa dei padri”, pubblicato da Edizioni Convalle.
Un fatto crudo e ingiustificato, taciuto e misterioso, si è abbattuto sulle vite di Daniele- il padre -, Alessia – la figlia –, Giovanna – la madre. Un evento traumatico che ha cambiato per sempre la storia di intere famiglie, ha inclinato legami famigliari, creato solchi, ampliato distanze e che ha obbligato Giovanna alla fuga, per proteggere Alessia e il suo futuro.
Siamo nelle prime pagine quando l’autrice scrive, in dettaglio, il nodo centrale dell’opera: da quel momento si susseguono personaggi, brevi viaggi, pranzi e momenti quotidiani, ricerche, sentimenti contrastanti ed emozioni coinvolgenti.
Difficile stabilire il protagonista di quest’opera: sarebbe più giusto indicare che due coprotagoniste raccontano il loro punto di vista. Un punto di vista molto intimo. Le due voci appartengono ad Alessia e Giovanna. Due paia d’occhi, due cuori e due anime che sanno esprimere la loro sofferenza in maniera differente. L’esperienza e il ruolo delle due donne, nell’intera vicenda, emerge pagina dopo pagina ed è proprio grazie a loro che conosciamo Daniele. Leggendo le parole di Giovanna, egli appare come un uomo innamorato della propria moglie. Un poeta, Daniele, che lasciava parlare i suoi versi. Un uomo che viveva di valori e di sentimenti, gli stessi che lo hanno messo nei guai. Dalle parole di Alessia, invece, si percepisce il grande conflitto che la ragazza prova nei confronti di quel padre che non ha mai veramente capito e nei confronti di una madre che, per proteggerla, ha preferito omettere informazioni importanti circa il loro passato.
La scrittura di Maria Rita Sanna è quella di una romanziera esperta che sa destreggiarsi tra parole, poesie, significati sottesi, sentimenti a volte contrastanti. Una prova di narrazione, questa, che convince, sotto molti aspetti: intreccio, narrazione, temi, ambientazione.
Proprio l’ambientazione è una piacevole compagna di lettura: l’autrice ha scelto di restare nella sua terra, la Sardegna. Il lettore si sente avvolto dalla bellezza selvaggia di quest’isola: non aspettatevi, dunque, spiagge, ombrelloni, lettini e chioschi. Molti dei passaggi più significativi sono stati ambientati in zone remote, bel lontane dalla vita mondana, e ciò contribuisce a rendere ancora più evidenti gli aspetti che l’autrice ha trattato: i segreti, i silenzi, l’omertà, le bugie, le paure, i sospetti, la fragilità e la solitudine che ogni personaggio porta con sé.
Non è tutto. “La colpa dei padri” affronta il tema della genitorialità, dei legami familiari e della giustizia con il potere dei libri: la narrazione e la conoscenza dei personaggi permettono ampie riflessioni.
Un’ultima nota speciale – e fondamentale – va alla speranza. Sì, proprio così. La speranza è un elemento che l’autrice ha seminato un po’ ovunque e che gratifica il lettore. Proprio come la vita, anche “La colpa dei padri” racconta che la luce c’è, solo che qualche volta le ombre sono così fitte che non riusciamo a vederla; che la serenità è un percorso irto ma possibile e realizzabile, quando accanto a noi abbiamo affetto e amicizia; che il perdono va imparato e applicato, altrimenti la rabbia finisce per logorare. L’autrice usa le tradizioni, familiari, culinarie e regionali per amplificare e sostenere trama e personaggi: il risultato è emozionante, dolce, autentico.
Riporto alcune citazioni che ho trovato significative ed espressive: Giovanna è la prima voce, Alessia è la seconda. Il momento avviene in cucina: l’ambiente che Maria Rita Sanna ha usato come custode di ricordi e dove avvengono gran parte degli avvenimenti cruciali.
“Aspettai a farlo, con pazienza, perché dovevo ancora dirle il peggio. Nel frattempo apparecchiai per la cena, avevo preparato il piatto tipico della riconciliazione, cioè un cibo che attuava i tormenti dell’anima con aromi e sapori: minestra di fregola e lesso di pecora con patate. Alessia ne andava matta.”
Oppure:
“Nonna Maria mi suscitava sempre buonumore e voglia di frugare ogni angolo alla ricerca dei cibi che profumavano l’ambiente. L’odore della sua cucina era pe me un elisir mistico…”
Si ringrazia l’editore per il file lettura in omaggio.
Nota biografica dell’autrice:
Maria Rita Sanna è nata a Cagliari nel 1964 e vive a Quartu Sant’Elena. Partecipa da vari anni al Premio Letterario “Dentro l’amore” dove nel 2021 si è classificata al primo posto nella sezione dedicata a “Cibo e letteratura” col racconto “Polvere”. Al Concorso Letterario Pierpaolo Fadda, nel 2021, si è classificata al quarto posto, sezione racconti. Nel 2018 ha esordito con la pubblicazione della raccolta di racconti “Pane e fragole”, Edizioni Convalle, dedicati alla cultura e alle tradizioni della Sardegna. Nel 2019 esce il suo primo romanzo “Mandorla Amara”, Edizioni Convalle, che ottiene nel 2020 il marchio della Microeditoria di qualità. Nel 2021 partecipa alla pubblicazione del libro “La vita in uno scatto”, raccolta di racconti e foto. Da vari anni segue il Laboratorio di Scrittura Creativa di Stefania Convalle e, dopo un percorso nel settore dell’editing, con la stessa CE, ha conseguito l’attestato di Editor. Attualmente collabora con Edizioni Convalle.