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Recensione: “Di nuvole e d’acqua salmastra”, di Federico Maderno.

Di nuvole e d'acqua salmastra

“Quando sulla strada del mio vagabondare non trovo di meglio, mi affido ancora alla semplicità della mozzarella e dei pomodori, accompagnati dalla solita lattina di chinotto” citazione tratta da “Di nuvole e d’acqua salmastra”, di Federico Maderno.

Che rapporto avete con la biciletta? In epoca moderna, è il mezzo di trasporto che molti cittadini hanno riscoperto per necessità o per piacere. Quest’ultimo aspetto, negli ultimi anni, ha spinto molti comuni a dotarsi di moderne piste ciclabili che permettono di godere dello sport all’aria aperta in sicurezza. Ci sono poi gli agonisti, chi sceglie la mountain bike, chi la pedalata assistita… Insomma, ce n’è per tutti i gusti.

In letteratura, la biciletta rappresenta un elemento che richiama l’andamento (rapido o lento) del percorso di vita di un personaggio. Il movimento, dunque, riesce a raccontare molto, circa ciò che è accaduto e che sta per accadere.

Quando, a pagina 47, Federico Maderno scrive che Evaristo – il protagonista del libro Di nuvole e d’acqua salmastra” – comprerà una bicicletta, mi sono convinta che da quel momento in poi la narrazione sarebbe scesa in profondità.

Andiamo con ordine, però.

Dopo la lettura di “Consapevole ingranaggio del caso e il finale è in omaggio” avevo scritto questo articolo ed è stato un piacere ritrovare Evaristo Delai un uomo che, quando lo leggi, non riesci a dimenticare. La sua condizione di fragilità, che in “Di nuvole e d’acqua salmastra” è ancora più evidente, viene messa alla prova da una fuga. Una fuga da qualcosa che non può essere fuggito o dimenticato, ma che egli sente di dover assecondare.

Evaristo arriva ai confini della pianura padana, dove il Po finisce la sua corsa, dove anche l’aria sembra rallentare per fermarsi a vedere ciò che succede. L’ambientazione è quella che ti aspetti: campi, orizzonti, vecchi casolari, botteghe e osterie, afa in estate e nebbia in inverno, piccole comunità fatte di pettegolezzi e silenzi, bicchieri di vino e pranzi casalinghi. Quando è qui, in questo tempo che dovrebbe essere lento e diretto verso la sua meta, un caso gli capita tra le mani e da quel momento, Evaristo torna a essere un investigatore elegante e delicato, intelligente e curioso, che beve chinotto e riflette su ogni particolare. A bordo di una vecchia bicicletta da donna mette alla prova il suo fisico, incontra personaggi che raccontano e nascondono verità, impara il dialetto del luogo, viaggia verso la soluzione del caso e stringe legami che, inevitabilmente, gli restano addosso. La pedalata a cui si sottopone è lenta e faticosa, ma lui sembra non volersi arrendere, anche se, spesso, sostiene il contrario.

C’è un ulteriore particolare che ho gradito e che ha reso la lettura più intima: un intenso scambio epistolare nel quale l’amicizia affiora con semplicità. Evaristo scrive lettere sincere all’amico Luciano e in questa parte dell’opera si percepiscono particolari significativi circa la sua personalità, i suoi desideri e le sue insicurezze.

In ultimo, “Di nuvole e d’acqua salmastra” è un libro che, attraverso l’azione ad impronta giallistica, riesce a raccontare le ombre di una società che deve riscoprire il significato della giustizia e dell’unione.

Si ringrazia l’autore per il file lettura in omaggio.

Nota biografica dell’autore:

Federico Maderno nasce nel 1962, ha un diploma di liceo classico e laurea in ingegneria. Ha iniziato a scrivere intorno ai venticinque anni, ma ha tenuto molto “nel cassetto”. Ha pubblicato, ad ora, 9 libri. Ha partecipato con alcuni libri a concorsi nazionali, ottenendo una ventina di riconoscimenti delle giurie. Vive in campagna, ché in qualunque città rischierebbe di impazzire. È vegetariano e sostenitore dell’antispecismo. Ovviamente ama tutti gli animali ed è contro qualsiasi attività che provochi loro delle sofferenze o la morte. I suoi interessi sono: scrittura, lettura, musica (soprattutto quella definita “classica”), fotografia. Ha suonato per molti anni il pianoforte e uno dei suoi sogni è quello di trovare di nuovo il tempo per riprendere quella passione. Ha avuto esperienze lavorative nell’impiantistica, nelle costruzioni e nella docenza. Infine, è in uscita, in questi giorni, il suo decimo libro: una raccolta di tre racconti vittoriani un po’ gotici e crepuscolari. Un divertimento, quest’ultimo, che si è regalato quando era troppo sotto pressione per scrivere di cose serie.

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