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“Consapevole ingranaggio del caso e il finale è in omaggio” di Federico Maderno.

consapevole ingranaggio del caso e il finale è in omaggio

“Il dolore viene a cercarti anche se te ne stai rintanato nel guscio della tua casa. Ti stana quando meno te lo aspetti e non si ferma davanti all’età, al sesso o ai disagi. Anzi, se trova delle circostanze penose, sembra divertirsi a sguazzarci dentro, approfittando della situazione già compromessa”. Citazione tratta dal libro.

Ogni dolore ha un suo tempo per essere vissuto… sarebbe bello, se questo fosse reale. Sarebbe magnifico se ci fosse un momento esatto – ritagliato, schematizzato e incastrato – per il verificarsi di un evento negativo: avremmo il tempo di prepararci, di riflettere, di organizzare al meglio la nostra battaglia. Sarebbe perfetto se quel dolore lì fosse anche poco spietato, una specie di avvertimento, niente di più, perché così sarebbe più semplice attingere dalle nostre risorse limitate e sarebbe – forse – più facile uscire dal tunnel. Sarebbe un sogno. Invece, la vita è solita prendersi gioco delle nostre certezze, di quelle che crediamo garanzie, e ci fa partecipare al suo folle gioco senza darci protezioni o pause.

Lo sanno bene Valentina Romano ed Evaristo Delai, i protagonisti di “Consapevole ingranaggio del caso e il finale è in omaggio” creati dall’abile penna di Federico Maderno.

Siamo in un’epoca moderna e per conoscere i dettagli della vicenda misteriosa, il lettore si ritrova in una deliziosa premessa, una sorta di presentazione dei personaggi. Ecco l’incipit:

Valentina Romano ha trentasette anni. Gli ultimi cinque li ha passati a cercare di far tornare i conti con una vita che si è fatta assai complicata”.

Con queste poche righe, l’autore lascia l’impronta del suo narrare, quel tono di voce ironico, sincero e diretto che si mantiene fino alla fine dell’opera. Una voce che interviene con alcune pillole, qualche volta, e che ti fa sentire subito a tuo agio. Si evince il mistero che si cela nella trama, già dalle prime battute a dire il vero, ma la freschezza della voce del narratore rende la lettura godevole e particolarmente scorrevole, senza inciampi né deviazioni inutili.

La seconda nota che colpisce è la scenografia. L’autore ha ambientato il romanzo in una palazzina moderna divisa dalla scala A e dalla B. Molte sono le famiglie che ci abitano, ma sono perlopiù sconosciuti. Questo contesto, oltre che costituire l’ambientazione di gran parte dell’opera, è un’ottima metafora. La divisione degli appartamenti è come una linea di demarcazione netta che separa le persone, alcune delle quali, nonostante vivano lì da anni, non conoscono niente più del nome e cognome del proprio vicino. E questo, sappiamo quanto sia vero nella realtà. Giocando con questo ambiente diviso, l’autore ha creato una situazione interessante e piacevole. Valentina è una donna che sta crescendo la sua unica figlia adolescente; ha un lavoro precario e un ex compagno; avverte il peso della solitudine e dell’incertezza, dell’ingiustizia, di un male di vivere profondo e radicato. Nell’altra scala vive Evaristo. Un uomo che è solo per scelta (o almeno, questo è quello che si percepisce), che cerca conforto nella luce fredda del frigorifero e della mozzarella, che si affida a gelatine di frutta e chinotto per riattivare i pensieri buoni, che riflette su una confezione di pelati dal colore incerto e che, subito dopo cena, deve uscire di casa per evitare il silenzio e quel peso che lo stritola. Anche Evaristo sta vivendo un dramma e, in alcuni passaggi, non sembra cavarsela troppo bene. Entrambi i personaggi, divisi fisicamente dalla struttura architettonica del palazzo, sono legati da una sofferenza che s’allarga a macchia d’olio. Il legame tra i due quasi sconosciuti si rafforzerà quando una misteriosa scomparsa sconvolgerà la vita – già piuttosto intrisa di dispiaceri – di Valentina.

Una ulteriore particolarità dell’autore, piuttosto evidente, è l’attenzione al particolare e alle descrizioni. Ci sono passaggi strettamente legati tra loro, costruiti secondo una logica temporale, da seguire con molta attenzione, e anche nei dialoghi si ritrova la stessa puntigliosità. Durante le descrizioni – dei momenti chiave, soprattutto – si ritrova una gradevole sensazione di scoperta che invoglia il lettore a continuare fino alla scoperta del finale, quel finale citato nel titolo.

Consiglio di lettura. Leggete “Consapevole ingranaggio del caso e il finale è in omaggio” quando siete in cerca di una narrazione ritmica e di quel pizzico di mistero che mantiene alta l’attenzione.

Si ringrazia l’autore per il file lettura in omaggio.

Nota biografica dell’autore:

Federico Maderno nasce nel 1962, ha un diploma di liceo classico e laurea in ingegneria. Ha iniziato a scrivere intorno ai venticinque anni, ma ha tenuto molto “nel cassetto”. Ha pubblicato, ad ora, 9 libri. Ha partecipato con alcuni libri a concorsi nazionali, ottenendo una ventina di riconoscimenti delle giurie. Vive in campagna, ché in qualunque città rischierebbe di impazzire. È vegetariano e sostenitore dell’antispecismo. Ovviamente ama tutti gli animali ed è contro qualsiasi attività che provochi loro delle sofferenze o la morte. I suoi interessi sono: scrittura, lettura, musica (soprattutto quella definita “classica”), fotografia. Ha suonato per molti anni il pianoforte e uno dei suoi sogni è quello di trovare di nuovo il tempo per riprendere quella passione. Ha avuto esperienze lavorative nell’impiantistica, nelle costruzioni e nella docenza.

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