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Recensione: “A nord del destino” di Stefania Convalle, Edizioni Convalle. Prefazione di Olga Merli.

a nord del destino

“Comunque ci siamo seduti intorno al tavolo della cucina, che è sempre stato il teatro delle comunicazioni importanti, oltre che dei pranzi e delle cene, e li guardavo, prima lui, poi lei, ma nessuno dei due cominciava a spiegarmi che cosa ci fosse di così importante da dirmi.”. Citazione tratta da “A nord del destino”.

Se i tavoli delle nostre cucine potessero parlare racconterebbero le nostre vite senza filtri né inganni e, con molta probabilità, sarebbero in grado di porci davanti alle nostre responsabilità con trasparenza, obbligandoci a riconoscere il valore delle nostre azioni e a riflettere su ciò che non abbiamo potuto cambiare. Sarebbero anche d’accordo ad ammettere che la sincerità è faticosa, mette in dubbio le certezze e, a volte, può agire sul destino, modificandone l’esito.

Stefania Convalle, nella sua ultima opera “A nord del destino”, pubblicata da Edizioni Convalle, afferra il concetto più profondo della sincerità e lo frantuma per poterlo analizzare, per consegnarlo al lettore sotto forma di una trama ricca di sentimento e tensione.

Siamo in epoca moderna, dell’ambientazione geografica abbiamo un unico indizio certo – che torna spesso nell’opera – e che conferma la profondità della narrazione: il mare. Un mare d’autunno denso di nostalgia che per certi aspetti assomiglia al tavolo delle nostre cucine: sembra essere custode di segreti, paure e desideri. Uno sfondo che accresce l’atmosfera struggente dell’opera.

Aurora è una donna che deve fare i conti con una nostalgia profonda, la cui vita è stata “macchiata” da una storia d’amore deludente, che l’ha privata di un futuro sentimentale stabile e soddisfacente. Amelia è la sua migliore amica, la sua confidente, il suo faro, la donna che la spinge ad alzarsi, sempre e comunque.

Il legame tra queste due donne non è solo l’amicizia: tra loro ci sono Giovanni –  marito di Amelia -, i loro figli – Luca e Fabio -, e Andrea. Quest’ultimo personaggio meriterebbe una pagina a parte ma, per evitare di rivelarvi troppi indizi circa gli eventi salienti, mi limiterò a confessarvi che le sue azioni e il suo pensiero sono stati, sin dall’inizio, una sorta di bomba innescata: non sapevo quando sarebbe esplosa, ma avevo la certezza che sarebbe successo.  

Se di Aurora conosciamo subito le sue fragilità e la sua solitudine, per conoscere Amelia ci dobbiamo addentrare nella trama. Di lei, c’è una condizione che appare con chiarezza: deve convivere con un profondo senso di colpa. Per accentuarne l’effetto, Stefania Convalle viaggia avanti e indietro nel tempo e ci presenta un quadro complesso, in termini sentimentali: bugie, silenzi, segreti, passioni, tormenti, doveri. Elementi che l’autrice ha miscelato per creare il destino dei suoi personaggi.

Un breve cenno va a un personaggio che appare nel bel mezzo della narrazione: una donna. Per presentarcela, l’autrice ha usato un alimento narrativo che è risultato particolarmente efficace. La donna, infatti, cucina biscotti. Tutti i giorni. Nella sua casa, il profumo dolce dell’impasto è netto, riconoscibile. Questo aspetto è un chiaro riferimento al bisogno innato di pace domestica ma anche a quel senso di nostalgia e mancanza che una vita senza amore può causare.

A nord del destino” può essere definito un romanzo di esplorazione dell’Amore. Questo sentimento è legato alla sfera genitoriale ed è raccontato dal lato materno e paterno; poi c’è quello legato alla passione irrazionale; infine quello più intimo, legato al sé. L’effetto finale genera qualche certezza: a volte una fine è solo un principio e l’amore è un sentimento controverso, mai lineare. Così è il destino, così è la vita.

L’ultima nota è destinata alla scrittura di Stefania Convalle che è stata definita da Olga Merli – autrice della prefazione –“asciutta, pragmatica e poco avvezza a inutili orpelli”. Sono d’accordo con questa definizione che rappresenta bene la caratteristica principale della scrittura dell’autrice. Tuttavia, “A nord del destino” presenta un cambio di stile che ho trovato interessante: la narrazione è, infatti, in terza persona per quasi l’intera opera. Una novità che mi ha sorpresa e che mi ha permesso di percepire l’essenza dei personaggi – e della trama in generale – da un punto di vista nuovo e stimolante.

Si ringrazia l’Editore per il file lettura in omaggio.

Biografia dell’autrice:

Stefania Convalle ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Tra i riconoscimenti più importanti, il Premio Giovani “Microeditoria di qualità”: nel 2017 con il romanzo “Dipende da dove vuoi andare” e nel 2018 con “Il silenzio addosso”; entrambe le opere sono state presentate nel programma “Milleeunlibro” di Rai Uno. Con il romanzo “Lo specchio macchiato dal tempo”, nel 2022 si è classificata terza al San Benedetto Film Fest; nello stesso anno ha ricevuto una Targa per il romanzo “Una straordinaria solitudine” al Premio Milano International. Nel 2022, inoltre, l’incontro con la sceneggiatrice Olga Merli ha gettato le basi perché il romanzo “Il Manoscritto” diventi un film. Organizzatrice di eventi culturali, ha fondato il Premio Letterario Dentro l’amore e il Masterbook, il primo torneo di scrittura a eliminazione on line. Writer Coach, Talent Scout, Stefania è anche editrice dal 2017.

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