Immaginate un paese protetto dalle dolci colline laziali, non distante dalla Capitale; una comunità attiva che opera e sostiene iniziative e amicizie; strade calme e villette basse, giardini curati, orti ricchi di frutti e passeggiate nel verde; lieti incontri tra amiche, ordine e compostezza ovunque; inquinamento ridotto all’osso e il cielo visibile in ogni angolo, in ogni stagione. Un luogo simile sarebbe un posto fantastico per vivere, vero? Un luogo di pace, dove ognuno ha il suo posto e la sua ragione di vita, dove i fiori nascono nei prati e l’aria è limpida.
Sì, sarebbe il paese ideale…
Eppure, pensate che Elena Andreotti ha creato uno scenario così idilliaco per le indagini della simpatica Debora Nardi, la donna che, traendo ispirazione da Agatha Christie e Jessica Fletcher, è diventata la protagonista di molti dei suoi romanzi. Quello che sto per presentarvi, e che ho avuto l’onore di leggere, s’intitola “Quando il ciliegio sfiorirà”.
Debora è una donna curiosa, dall’intelligenza acuta, empatica e coraggiosa. Con l’amica Flora divide pranzi a base di arrosto con patate, la cura del giardino e le passeggiate in cima al monte per mantenere la forma fisica e mentale, camminate che, per entrambe, sono momenti preziosi per studiare le indagini dalle quali non riescono a star lontane. Debora è l’assistente segreta – e non ufficiale– titolo che si è guadagnata sul campo e che è terreno fertile per il quasi quotidiano scambio di vedute con Sergio, il responsabile delle indagini, al quale lei non risparmia suggerimenti circa la cattiva alimentazione di quest’ultimo a base di panini con prosciutto e provola che ingurgita tra una pausa e l’altra.
In questa indagine, tuttavia, Debora (insieme a Flora) si trova a dover fare i conti con una faccenda particolarmente difficile da affogare nei tanti tè e caffè in compagnia dell’aria dolce che scende dal monte: Marta, mamma adottiva di Marco, perde suo figlio in un’indicente automobilistico che, sin dal primo momento, presenta una dinamica piuttosto sospetta. E, in pochi passaggi, il lettore comprende che i temi della genitorialità, dell’adozione e dell’abbandono, saranno un perno sul quale ruoterà l’intera trama.
Per meglio conoscere Debora Nardi e il suo mondo, ho invitato l’autrice che ha accettato di essere qui con noi e di rispondere a qualche domanda.
Buongiorno Elena, benvenuta.
Grazie, Valeria, buongiorno anche a te.
Raccontaci di te. Quali sono le tue attività e le tue passioni.
Ormai sono una romantica signora di campagna che cura il giardino e studia il sistema migliore per far fuori il prossimo. A parte gli scherzi, vivo in campagna e ormai sono in pensione. Ho di recente interrotto il mio impegno nel volontariato e mi sono dedicata al mio blog e a scrivere gialli. Amo la fotografia che pratico da moltissimi anni, in particolare la macrofotografia e amo anche dipingere ma, per questioni di spazio, a un certo punto ho smesso. Dopo che hai regalato quadri a chiunque l’avesse voluto e riempito le pareti di casa, non resta che smettere, altrimenti devi cambiare attività e metterti in commercio.
Leggo da quando ho compreso il senso delle parole e ho iniziato a leggere gialli dall’età di tredici anni. Con la fantascienza ho cominciato più tardi, perché ti confesso che gli alieni mi facevano paura, ma mi sono fermata alla fantascienza classica; oggi mi attira poco. A parte queste preferenze, apprezzo la lettura in generale.
Per lungo tempo mi è piaciuto anche lavorare ai ferri e all’uncinetto.
Sono molto curiosa di sapere come è nato il personaggio di Debora Nardi e quante indagini le hai affidato e quante ancora ne nasceranno.
È successo un giorno che stavo seminando delle bocche di leone e, poiché sono un pollice verde a fasi alterne, pensai a Jessica Fletcher e al suo bel giardino, così scrissi un post intitolato Vorrei essere Jessica Fletcher e possibilmente vivere a Cabot Cove. Subito dopo mi venne in mente di scrivere il primo racconto con Debora Nardi, quello che è inserito nel primo libro con tre racconti (Vorrei essere Jessica Fletcher – Tre racconti in giallo). All’inizio furono pubblicati nel mio blog.
Poi ho scritto altri quattro libri con la stessa protagonista: Morte dolceamara, Di porpora vestita, Il mistero di Villa dei glicini e Quando il ciliegio sfiorirà. Dopo di ciò sono passata a un nuovo personaggio Fil Vanz, ma i fans di Debora la reclamano, perciò l’ho inserita nel terzo romanzo giallo di Fil Vanz che ancora deve essere pubblicato ma ha già un titolo: Il delitto va servito freddo.
In questo filone, ho notato il ruolo da protagonista che hai conferito alla comunità, insieme naturalmente ai tuoi personaggi. Quanto conta, per te, il luogo in cui si vive?
Io non sono nata nel posto dove abito attualmente, anche se ci vivo da molti anni, ma posso dirti che in qualche modo ti definisce oppure ti ridefinisce. C’è una sorta di adattamento reciproco, come è successo a me quando sono venuta in questa zona prevalentemente rurale, anche se la campagna, come attività produttiva è residuale, ma l’aspetto culturale è ancora presente. C’è una mentalità di un certo tipo, che vive il ritmo delle stagioni. Per carattere non mi appiattisco sulla mentalità dei luoghi che frequento, ma ne assecondo gli umori. Un po’ quello che fa Debora: conosce tutti, mantiene buoni rapporti, ma anela a qualcosa di più.
Debora è una casalinga per dovere. Racconti di una donna che ama la sua famiglia ma che, ogni tanto, sente il bisogno di essere qualcos’altro, di essere “lei” fino in fondo e di potersi affermare. Un tema sul quale si dibatte da sempre: il ruolo della donna. Vuoi dirci qualcosa di più, a riguardo?
Io sono nata quando il femminismo non si sapeva cosa fosse, anche se il femminismo politico si era già fatto avanti con le lotte per il suffragio universale; ma il femminismo sociale si affermò con la rivoluzione sessuale. Sicuramente le donne hanno ottenuto diritti che neanche avrebbe immaginato qualche anno prima. Pensa al nuovo diritto di famiglia, noi che con l’unità d’Italia avevamo ereditato il codice Zanardelli, uno dei peggiori quanto a posizione della donna. Io però non ho fatto mai leva su un mio diritto dovuto al genere, bensì ho sempre puntato sul merito, a scuola quanto al lavoro e spesso surclassavo i colleghi uomini da cui avevo sempre manifestazioni di rispetto e apprezzamento. Anzi, proprio sul lavoro, non ho apprezzato donne che hanno fatto carriera grazie alle loro amicizie affettuose, mettiamola così.
Ultima domanda. Cosa cucinerebbe Debora quando ha bisogno di ricaricarsi, dopo un’indagine estenuante come questa?
Debora è come me: i dolci non le riescono bene però le piacciono molto, perciò glieli prepara Flora, la sua amica e compagna d’avventure. Di sicuro un bel ciambellone al cioccolato non le dispiacerebbe.
Si ringrazia l’autrice per l’invio diretto del romanzo.
Nota biografica dell’autrice:
Elena Andreotti è sociologa con perfezionamento in bioetica. Ha lavorato per circa venti anni nella P.A. dove si è occupata a lungo di informatica, partecipando a progetti riguardanti il sistema informativo aziendale e curando la formazione dei colleghi. Attiva nel volontariato, attualmente cura
la formazione dei volontari.
Ha collaborato per una decina d’anni con un periodico locale, occupandosi della rubrica di bioetica.
Appassionata di pittura, fotografia e macrofotografia che pratica dilettantisticamente, ma con buoni risultati.
Lettrice onnivora, predilige la letteratura ‘gialla’ e fantascientifica.
I suoi libri sono disponibili nella sua Pagina autore di Amazon (https://www.amazon.it/Elena-Andreotti/e/B07PMRP5LY)
Il suo Blog personale è Non solo campagna – il blog di Elena
(https://nonsolocampagna.wordpress.com)
Profilo Facebook: Elena Andreotti
(https://www.facebook.com/people/Elena-Andreotti/100010596252486)
Pagina Facebook Non Solo Campagna – Il blog di Elena
(https://www.facebook.com/Non-Solo-Campagna-Il-blog-di-Elena 1465049453538351)
Profilo di Instagram @elena.andreotti.autrice
(https://www.instagram.com ›elena.andreotti.autrice)
Il libro è disponibile a questo link:
Grazie. Come sempre una recensione impeccabile
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L’ha ripubblicato su Elena Andreotti – scrittrice.
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