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“Qualcuno da amare e qualcosa da mangiare” di Lorenzo Biagiarelli, DeA Planeta.

Siamo ufficialmente in Avvento, uno dei periodi più magici dell’anno: le lucine che sfavillano nella notte, gli addobbi che si riciclano per tradizione, le promesse che si dilatano, i profumi casalinghi che confortano. Un Avvento come questo, nessuno lo avrebbe mai immaginato, siamo d’accordo. Eppure, se ci pensate, il tempo dell’attesa è invariato, anche se il mondo sta vivendo una delle prove più ardue di sempre. Sì, perché l’Avvento è comunque un tempo sospeso, che anticipa qualcosa che sta per arrivare. Un evento certo. E bellissimo. Oggi più che mai siamo chiamati a vivere al meglio le settimane a venire, ognuno in base ai propri valori, la propria attesa e speranza.

In tutto questo c’è una cosa assolutamente vietata: la bugia. E su quest’ammissione metto un sigillo! Bambini, adulti, nonni, cugini e zii siete avvertiti: orecchie invisibili vi bacchetteranno se avrete il coraggio di nascondervi dietro una qualsiasi menzogna.

Ora… ammesso che questo principio lo sento vero come il mal di pancia dopo una scorpacciata di cioccolata devo raccontarvi cosa è realmente accaduto quando ho iniziato “Qualcuno da amare e qualcosa da mangiare” di Lorenzo Biagiarelli, edito da DeA Planeta. Dubbi. Paure. Brividi. Angoscia. Azzeramento salivare. Sommate tutto questo è non vi sarà difficile capire che ciò di cui sto parlando è panico. Sì, avete letto bene. Perché, vi state chiedendo? Eh…già… perché… Intanto perché “Qualcuno da amare e qualcosa da mangiare” è un libro di cucina ed è vero che io scovo ricette in ogni dove ma scrivere una recensione è tutt’altra cosa; secondo perché l’autore è un famoso blogger e io sono una formichina, in questo mondo virtuale, infine è un personaggio pubblico, ha partecipato a numerosi programmi TV, come potrei analizzare il suo operato, io?

Insomma, cari lettori, avrete compreso che l’approccio non è stato dei migliori, anzi, diciamo pure che c’è stato un momento in cui, afflitta da un’insofferenza mai provata, ho pensato di desistere. Sacrilegio, vero? Eppure credetemi, ho provato davvero l’impulso di restituire il libro.

Poi, quella punta di forza interiore che chiamiamo orgoglio ha iniziato a pizzicare l’intelletto e… ci ho provato.

Arriva il momento, nella vita di chiunque, in cui si decide di iscriversi a una lezione di sushi. D’accordo, forse non proprio di chiunque, ma, dopo l’ennesimo scontrino a due zeri di fronte al quale realizzi che forse ti saresti sfamato di più ingerendo direttamente le banconote necessarie a pagare il conto, è normale cercare un piano B. …”

Questo l’incipit che ho letto, vi garantisco, più volte. C’erano ben due fattori insoliti, nascosti tra queste parole. La prima era il corso (un noto blogger/chef cosa ci fa, a un corso?) la seconda il diretto riferimento al costo di una cena al giapponese che qualsiasi portafoglio ha subito… un portafoglio di un comune mortale, però.

Quando si dice la svolta, cari amici… nel mio caso e con “Qualcuno da amare e qualcosa da mangiare” di Lorenzo Biagiarelli è iniziata proprio qui. Da queste brevi frasi. Dal messaggio di normalità che ha dissolto (in parte) le mie paure. In parte, certo. Perché ogni volta che entro in un libro, mi sembra di violare l’anima dello scrittore e, proprio per questo, un po’ di paura (quella sana e rispettosa) la provo sempre…

Lo stile narrativo mi ha conquistato all’istante: fresco, giovane, goliardico, ironico e deciso. Una penna arguta, intelligente, che mi ha catturato perché autentica, senza schemi, senza muri. L’io narrante – l’autore – è una voce che danza a un ritmo ammaliante, ti prende per mano e ti conduce, ti allinei alle esperienze, ai viaggi e lo fai con una naturalezza tale da sembrare l’unica cosa giusta. Il viaggio fisico si annuncia già dalle prime battute quando il giovane Lorenzo tende la mano alla cucina casalinga, ne respira i profumi, e comprende l’importanza di allargare i suoi orizzonti. La voglia di imparare lo porta a Londra dove insieme a lui conosciamo un stravagante gruppo di colleghi; la sopravvivenza ci apre le porte della casa di origine, tra le abitudini di famiglia, e ci svela un bambino che ti sorprende; lo stesso desiderio di mettersi in gioco è padrone, quando racconta il primo incontro (il prima e il dopo sono ancora più vivaci) con la compagna – la donna che ha ispirato il titolo, il cui libro è dedicato; l’esigenza di sperimentare – ancora e ancora – continua a essere protagonista durante le avventure esilaranti in compagnia della compagna, alla ricerca di un improbabile ristorante in Thailandia.

Il risultato è un estratto di vita sincera, semplice, tanto reale da essere genuino e credibile.

Lorenzo Biagiarelli tra un aneddoto e l’altro, racconta la sua nascita professionale con l’umiltà di chi è partito da un sogno (e dall’esigenza). Tra un shrimp roll che consolida un sentimento, un hamburger e un döner Kebab casalingo che sembrano la cosa più semplice del mondo, i “pirli e volta” che sanno di coccole,  il curry che (udite – udite…) non è una spezia, parla di se stesso, del giovane prima e dell’uomo poi.

Le proposte sono la traduzione dei viaggi, delle esperienze di vita, dell’amore per la buona cucina e, soprattutto, per quella esotica che, si evince, gli appartiene. Una cucina coraggiosa, sicuramente, che si fonda sul principio cardine di appartenere al mondo e che, proprio in virtù di questo pregio, si arricchisce grazie a una buona dose di apertura mentale e audacia.

All’interno delle ventisei ricette si spazia nelle tradizioni familiari (la cheescake per conquistare un giovane amore, la frittata della nonna, il risotto con petto d’anatra e prugne per consolidare un sentimento più maturo), imprese d’altri tempi come la carbonara spiegata a un gruppo di kosovari inglesi e, in ogni estratto dell’opera, Lorenzo Biagiarelli convince e si specchia, strappa sorrisi – che in questo momento non sono mai abbastanza – e insegna a crederci. Soprattutto adesso, in questo strano Avvento in cui i sogni sono più vivi che mai.

Si ringrazia l’ufficio stampa per l’invio del manoscritto.

Nota biografica dell’autore:

Lorenzo Biagiarelli nella sua prima vita era una sedicente rockstar. Nella seconda, immersa tra pentole e coltelli,cucina, viaggia e racconta il cibo sulle pagine del suo blog. E anche su queste.”

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