Per noi, lettori seriali, sapere che c’è una nuova-piccola-grande generazione in erba che potrebbe diventare un pubblico curioso è un affare di notevole rilevanza.
Non entrerò nell’ambito educativo, che lascio a chi a più competenze di me e, per questo, mi limiterò a lanciare qualche domanda che da tempo mi frulla nella mente.
Si nasce lettori? Amare i libri è parte del nostro patrimonio genetico o è il risultato di emozioni, sentimenti, ricerche e curiosità?
Sarei felice di conoscere il vostro parere, a riguardo.
Nel frattempo, azzardo un’ipotesi.
I lettori hanno gusti distinti, definiti. Gusti chiari, netti. Come a tavola o nell’abbigliamento. Come nella scelta di una vacanza o della gita domenicale. Ciò significa che lettori onnivori ce ne sono pochi, al mondo.
Adattando questa ipotesi al mondo dell’infanzia, sarà semplice comprendere quanto sia indispensabile conoscere i gusti dei bambini, prima di avvicinarli alla lettura. Troppo spesso, infatti, si tende a regalare un libro perché è famoso, perché la trama è incantevole oppure perché adatto all’età del piccolo lettore. Tutto ciò è sensato e logico ma potrebbe non essere sinonimo di successo. Il libro in sé, potrebbe diventare addirittura un nemico, l’ombra del dovere legato alle materie scolastiche, al tempo della solitudine, alla noia e noi, lettori eterni, non possiamo certo rischiare di perdere occhi e menti curiose.
Il segreto è proprio questo. Soprattutto in tenera età, la lettura di un libro dovrebbe essere strettamente legata agli interessi che il bambino dimostra. Genitori, nonni, zii: mi rivolgo a voi. Parlate con i vostri piccoli. Osservateli nelle loro attività quotidiane. Chiedete loro di raccontarvi i sogni che riempiono le loro notti e i desideri che nascono alle prime luci dell’alba. Non abbiate timore, anzi, lasciateli liberi di esprimere sentimenti e di accogliere la vostra vicinanza.
E poi, a quel punto, sarà molto più semplice cercare (e trovare) il libro più adatto ad approfondire l’interesse e la curiosità, la passione e un possibile cambio d’idea, perché non è detto che l’immaginazione sia compatibile con la realtà.
Mi permetto, allora, un consiglio che mi auguro si possa rivelare un valido metodo per avvicinare i bambini alla lettura: scegliamo con loro e non per loro. Portiamoli nelle biblioteche (quando sarà possibile), lasciamoli vagare tra gli scaffali delle librerie (in massima sicurezza, ovviamente) oppure consultiamo insieme un catalogo on-line. Lasciamo che siano loro a individuare il libro che più si avvicina ai gusti del momento, senza interferenze, garantendo loro la massima libertà e disponibilità.
Facciamo sì che i piccoli lettori di oggi entrino nel mondo dei lettori seriali di domani: saranno adulti più felici, ne sono certa.