Per chi si è perduto c’è ancora speranza. Citazione tratta dal libro.
Sapere che qualcuno ci crede, ancora e nonostante tutto, è confortante. Imbattersi in una frase come questa, ad alto contenuto positivo, crea una piacevole onda che ti culla, anche se solo per qualche secondo. Perché, diciamolo, abbiamo un bisogno estremo di fiducia e speranza, soprattutto quando le ombre sono fitte fitte. Pensate, poi, cari lettori, all’impatto che ha, un concetto simile, nel bel mezzo della lettura di un giallo classico. Bel contrasto, vero?
“Quel che la marea nasconde – Un’indagine di Valentina Redondo” di María Oruña, edito da Ponte alle Grazie, è un romanzo ambientato a Santander, nell’affascinante regione cantabrica, che si sviluppa attorno alla morte misteriosa di Judith Pombo. La donna è nota per i suoi successi imprenditoriali, per essere a capo di un facoltoso tennis club e per il suo carattere piuttosto acido. Judith viene rinvenuta cadavere all’interno di una stanza chiusa, durante un party esclusivo, a bordo di una goletta. Sì, una stanza chiusa, avete letto bene. Valentina Redondo e la sua squadra hanno il dovere di indagare e di far luce su un caso che ha dell’impossibile. Questo accadimento dà il via a una serie di eventi, incontri, scontri, intrecci, ipotesi, sfide, altri decessi che confondono e che devono essere analizzati con metodo. La sfera emotiva dei personaggi cresce insieme alla trama e all’ambientazione (il tennis club, il mare, le ville). Valentina, donna dagli occhi di colore diverso, è la protagonista: vive un conflitto interiore che si avverte con chiarezza e che coinvolge il lettore tanto quanto la vicenda del delitto. Valentina si scopre con difficoltà: la conosciamo attraverso la voce velata del narratore e quella degli altri personaggi (una scelta stilistica che ho apprezzato); si lascia attraversare da un dolore vasto; sorride raramente; non chiede aiuto; impartisce ordini. In fondo, Valentina e Judith sono simili, sotto alcuni aspetti: entrambe donne indipendenti che sanno come farsi rispettare ma anche sole, per scelta o destino, come spesso accade alle donne che si mostrano forti e determinate.
L’autrice ha scelto di inserire, tra i vari capitoli, anche la voce diretta di alcuni personaggi, creando, così, una specie di diario, o estratto personale, che permette di conoscere meglio le figure che hanno avuto contatto con Judith. Questa fase permette al lettore di entrare nell’indagine e di seguire con maggiore attenzione le fasi salienti della narrazione.
Avvincente e stimolante è l’ambientazione che l’autrice ha scelto per mettere in scena i fatti chiave: siamo sempre in prossimità di un evento culinario. Anche in questo caso, il netto contrasto è evidente: l’evento che per sua natura è piacevole diventa un guaio dai contorni nebulosi. Non aspettatevi, però, un quadro culinario dettagliato dei sapori cantabrici perché l’autrice ha preferito usare i piatti come sfondo, e nel complesso, il risultato è piacevole: tartine gustose, aperitivi ricchi, calici di vino bianco fresco, colazioni dolci e zuccherose, formaggi e pollo. Piatti adatti, semplici ma non banali perché inseriti nel giusto contesto narrativo.
La trama, come spesso accade nei romanzi gialli, è mezzo per affrontare questioni sociali ed emotive. Una di queste è certamente il ruolo della donna che, quando arriva al comando, deve dimostrare di essere all’altezza, sempre e comunque. Poi c’è il senso del dovere e del sacrificio, il dubbio, la voglia di farcela, il bisogno di giustizia. La famiglia, inoltre, qui ha un ruolo complesso che induce potenti riflessioni, e, infine, la speranza, di cui si parlava in premessa. Una speranza che succede, che si avverte, che è necessaria.
Ultima nota: Valentina Redondo ha dei precedenti. La sua fama, infatti, non inizia con quest’opera ma, per il momento, “Quel che la marea nasconde” è l’unica avventura tradotta in italiano. I romanzi, tuttavia, sono autoconclusivi.
Si ringrazia Matteo Columbo dell’ufficio stampa per la copia lettura in omaggio.
Nota biografica dell’autrice:
María Oruña (Vigo, 1976), laureata in Legge, ha esercitato per dieci anni come avvocato. Nel 2013 pubblica il suo primo romanzo, La mano del arquero, e nel 2015, con il successo internazionale di Puerto escondido, decide di dedicarsi interamente alla letteratura. Quel che la marea nasconde è il quarto libro della serie dedicata alle indagini di Valentina Redondo, e il primo tradotto in italiano.
Il sito della casa editrice è: http://www.ponteallegrazie.it