…“Si fugge dentro le case per fuggire la vita, trascurando quanto esse facciano i conti con la vita stessa, quanto esse siano ripiene delle presenze, ma anche delle assenze.”…Citazione tratta dal romanzo.
Ci sono molti modi differenti per viaggiare: c’è chi ha bisogno di una meta definita o, al contrario, di un viaggio senza destinazione; c’è chi insegue un sogno, una nuova esperienza, un brivido; chi si merita riposo e svago; chi fugge e ha necessità di respirare un’aria più nuova, tersa, libera.
Chiara, la protagonista dell’ultimo romanzo di Helena Molinari, pubblicato da Pentagora, fa parte di quel gruppo di viaggiatori un po’ spaesati, coloro i quali stanno per affrontare uno dei passaggi più delicati di sempre: la scelta della propria casa.
Helena Molinari ci porta in una epoca contemporanea: Chiara ha perso il padre, vittima della pandemia e della solitudine che essa ha generato, un padre che le ha lasciato una casa in Alto Adige, una delle tipiche abitazioni in pietra, profumata di legno e di erbe aromatiche. Chiara ha perso anche “l’innominabile”: l’uomo che faceva parte della sua vita ma che, approfittando del lockdown e del distanziamento sociale, si è allontanato da lei. Vive a Milano, si occupa di redazione editoriale, ha una zia che vive a ridosso del mare, in Liguria, in una casa che profuma di focaccia e torta di riso.
Il tema chiave dell’intera trama è racchiuso in una lettera che Chiara riceve da suo padre: cerca il luogo che chiamerà “casa”, lo stesso che parlerà di te, ancor prima che sia tu a farlo. La protagonista, dunque, si muove nel testo portando con sé il bisogno di trovare un luogo che l’accolga e che la faccia sentire viva. Non è sola, Chiara, anche se all’apparenza potrebbe sembrare. Intorno a lei ci sono molti personaggi che hanno un ruolo ben preciso: quello di indicarle la strada, la direzione, la luce che cerca.
La voce dell’autrice è intima, dolce, poetica, ricca di suggestioni che ti restano addosso e che soddisfano la lettura; usa dialoghi brevi per ampliare le descrizioni vive ed esplora molti temi, oltre quello già menzionato, temi che diventano sfondo e riflessione, vista la loro complessità. Si sfiorano le difficoltà economiche legate al lockdown, le restrizioni e il bisogno concreto di trovare soluzioni alternative per evitare il peggio; si legge la spiritualità cara all’autrice che, in quest’opera, trova le sue risposte nella Basilica di San’Ambrogio, a Milano; ci si imbatte nel ruolo dei ricordi, della famiglia; della donna come amministratrice di sé, delle sue capacità di scelta. Infine i luoghi: la montagna, il mare, la città. Tre luoghi distanti che raccontano storie diverse, eppure così strettamente legate.
Il punto di vista gastronomico è un tripudio di sapori e aromi, tanti quanti sono i ricordi che essi stessi evocano: le mele, lo strudel, lo speck, i formaggi, il sidro; le meringhe, il panettone anche se non è Natale, la frutta fresca appena colta, la puccia, e molto altro ancora.
L’ultima nota positiva va dedicata al prodotto completo: la copertina, i ringraziamenti, una serie di illustrazioni bianco e nero che aprono alcuni capitoli e una originalissima concessione privata dell’autrice, nelle ultime pagine, fanno di “Case” un piccolo gioiello.
Consiglio di lettura. Leggete “Case” quando sentite il bisogno di fare un viaggio in alcune delle località più affascinanti del nostro Paese; quando vi sentite persi e avete bisogno di ritrovare la strada attraverso le cose più semplici.
Si ringrazia l’autrice per il file lettura in omaggio.
Nota biografica dell’autrice.
Helena Molinari (Chiavari, 1969). Scrittrice e conduttrice radiofonica. Ideatrice del Festival della Parola (Chiavari, dal 2014). Con Pentàgora ha pubblicato il romanzo Emma (2019).
Il sito internet della casa editrice è: www.pentagora.it