Sanremo è sotto i riflettori. È la città che vive di vita propria per un paio di settimane l’anno, quando, come in queste ultime, dal tanto osannato Festival alcune stelle nascono e altre si spengono.
Per Luca Ammitrati non ci sono segreti, in proposito. Per chi non abbia mai sentito il suo nome prima di oggi, lui è il responsabile stampa del Teatro Ariston. L’uomo che tiene rapporti con la stampa locale, nazionale e internazionale. Uno che di parole (e stelle) se intende, insomma.
“ Se i pesci guardassero le stelle”, il suo primo romanzo, edito da DeA Planeta, è ambientato proprio a Sanremo, la terra bagnata dal sole anche in inverno, battuta dal vento del mare, inondata dai colori dei fiori che spiccano in ogni angolo della città. Samuele, il protagonista, ha una predilezione per le imprese difficili: ottenere un lavoro come copywriter in modo da abbandonare il lavoro part-time nella testata giornalistica locale, prolungare le serate all’Osservatorio di Perinaldo dove l’essere guida è più un dovere verso se stesso che verso gli altri e, nel frattempo, continuare a sognare. Una sfida, si dice, genera stimoli e soddisfazioni e questo concetto sembra che anche Samuele lo conosca alla perfezione. Ma, quando Emma, una ragazza bella come un raggio di sole dopo una settimana di nebbia, varca le porte dell’Osservatorio quasi per caso, ecco che l’impresa da difficile diventa impossibile. O quasi.
In questo romanzo i sentimenti, contrastanti e non esclusivamente giovanili, abbracciano l’arte culinaria ligure e la esaltano, dimostrandoci ancora una volta quanto la tavola sia indispensabile per far emergere il fulcro narrativo. Il protagonista ci fa vivere un viaggio nei sapori delle tradizioni locali quando siede nella sala da pranzo della vicina di casa, un’anziana vedova che cucina focaccia ligure soffice, una farinata sottile e perfetta da infilare tra le morbide onde della focaccia, e la sua torta verde speciale, condita con zucchine, riso e olio di olive taggiasche. Tra i due, un giovanotto e un’anziana, e tra i sapori che fanno esplodere le pupille gustative, scorrono domande, risposte e consigli all’apparenza insignificanti.
Ma, Samuele non si accontenta. Non gli bastano i sapori salati della Liguria. Ci sono ancora troppe domande e poche risposte, e il tempo corre, inesorabilmente verso la scadenza del concorso pubblicitario che non può permettersi di sbagliare. Entrare nella pasticceria di Ilenia, la dolce amica di Samuele, è come entrare in un paradiso. La bravura dell’autore, in questo caso, è evidente come la luce di una stella nel cielo. Il profumo del cioccolato e delle nocciole, del cacao e del miele, l’aroma tenue dello zucchero e della panna si sprigiona con forza e, inevitabilmente, ci portano ad avvertire tutta la dolcezza dei Baci di Sanremo. E, all’improvviso, la forza di questa dolcezza irrompe come una stella cadente nel cielo di agosto: spazza via incertezze, dubbi, ombre. La fatica e il sacrificio restano, anzi, sono indispensabili all’ottenimento di certezze e risposte.
“ Se i pesci guardassero le stelle” è un viaggio: interiore, lungo i caruggi, nel cielo d’estate illuminato da scie e nei piatti tipici di questa terra che non smette mai di stupire. La narrazione in prima persona e la scelta stilistica di inserire, a tratti, le riflessioni e i dialoghi tra il protagonista e il suo amato pesce rosso, spingono l’intensità lungo una piacevole prospettiva, significativa, ironica e riflessiva.