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Recensione: “S.R.L. Furfanti allo sbaraglio” di Karla Offembach.

Furfanti allo sbaraglio

Pino comprese dalle espressioni interrogative dei coniugi che nessuno di loro conosceva bene i meccanismi legati alla costruzione o ristrutturazione di un immobile, come del resto non erano loro chiarissimi quelli relativi all’asta, ma si guardò bene dal precisare o sottolineare spiegazioni. Anzi, cambiò ancora discorso…”. Citazione tratta da “S.R.L. Furfanti allo sbaraglio”

Ho scelto queste quattro righe per anticiparvi il tema che l’autrice esordiente Karla Offembach ha raccontato nel suo “S.R.L. Furfanti allo sbaraglio “. C’è moltissimo, in questa citazione: i raggiri, il menefreghismo, il malaffare, la volontà di tralasciare, l’omissione volontaria, la falsità, l’immagine distorta della realtà e di sé, e la convinzione che toccherà sempre a qualcun altro rimediare ai guai causati da pochi.

Siamo a Malaffare, un paese dal nome piuttosto evocativo, unico centro abitato di un’isola del Mare Nostrum, e in un primo momento il ruolo di protagonisti potrebbe essere attribuito ai coniugi Concetta e Paolo. Lei è figlia di Santo “padre” Fora, usa scarpe con tacco alto nel vano tentativo di slanciare la forma della sua gamba, ha una risata sguaiata e un bisogno estremo di mostrarsi agli occhi di tutti come una donna d’affari preparata e affidabile pur senza aver mai fatto nulla di simile in vita sua. Paolo indossa una catena al collo colore dell’oro ed è un uomo dotato di una straordinaria ignoranza mista a ingenuità. Nonostante ciò, non si tira indietro davanti alle numerose imprese che fonda: pizzeria, rivendita ghiaccio per bar, gastronomia. Tutte attività che, si sa, sulla carta sono nate per far successo, perché la gente non manca mai quando c’è da mangiare bene e stare in compagnia. Sulla carta, ovviamente, perché senza preparazione, fiuto e competenza, anche la migliore idea si avvia al disastro economico.

La famiglia di Concetta ruba la scena ai due e in poche righe cadi della loro rete, convincendoti che sei di fronte a un romanzo corale. Il gruppo viene ben delineato quando Totonno – il fratello nullafacente -, la sua fidanzata – pronta a diventare un’imprenditrice di successo –, Santo e, seppur marginalmente anche Tatiana  – la sorella –  e Rosaria  – la madre -, vengono coinvolti nel progetto elaborato da Paolo e appoggiato da Concetta: l’acquisto di Villa Lisa a Onorabile, la sua ristrutturazione e la realizzazione di appartamenti vacanza. Siamo a tavola, naturalmente, perché le decisioni importanti – e le buone notizie – si consumano davanti a un pasto degno di tale nome.

“Totonno alzò lo sguardo oltre il lato corto superiore del telefono cellulare e rimase con un dito per aria e un messaggio in sospeso; Tatiana sbucò con la testa bagnata dalla porta del bagno e Rosaria posò la teglia di peperoni sulla tovaglia plastificata, poi cercò il telecomando sepolto dalle carte unte per schiacciare il tasto “mute”. Anche la televisione si azzittì.

Concetta annunciò: — Buone notizie! — E tacque.

Santo padre, con qualche difficoltà, scivolò dal divano per mettersi in piedi:

— Aspetta un momento che devo pisciare. Tatiana, esci dal bagno.

Ancora in accappatoio, Tatiana andò a sedersi di fianco a fratello e cognato che avvertirono un sentore di vaniglia tanto intenso da risultare fastidioso. Con lo sguardo,

Tatiana sfiorò la pelata di Paolo, che era più bassa di lei.

Concetta pregustò e anticipò la notizia con una sfilza di “sapeste, che roba, ci voleva proprio” fino al ritorno di Santo padre:

— Allora, che notizia sarebbe? Ma, prima di tutto, chi era?

Il tono autoritario di Santo padre non lasciò spazio ad altre divagazioni.

— Era Pino. Ha avuto un’informazione importante da Guido, un suo amico che lavora in Comune a Onorabile.

Da questo assaggio emergono molti particolari interessanti, che tornano spesso durante la lettura: l’ironia e il tono di voce che resta invariato; la descrizione minuziosa ma non fastidiosa delle caratteristiche dei personaggi e anche delle ambientazioni che mi hanno dato la giusta dose “fotografica” dei luoghi inventati dall’autrice; dei dialoghi sintetici ma precisi; l’andatura scorrevole che denota una ben riuscita narrazione che non soffoca ma che ribadisce l’atmosfera di “malaffare” che resta ben evidente, fino all’ultima parola. E, la speranza che, non troppo tardi, ogni guaio venga smascherato e giudicato.

Consiglio di lettura: per il tema trattato, la fluidità della narrazione, e quella nota ironica che emerge spesso, “S.R.L. Furfanti allo sbaraglio” è una lettura che si adatta a qualsiasi momento della giornata, del mese, della stagione.

Si ringrazia l’autrice per il file lettura in omaggio.

Nota biografica dell’autrice:

Karla Offembach è una persona molto riservata, dal carattere schivo. Non ama parlare di

sé né mostrarsi. Preferisce raccontare, come ha scritto di sé nella quarta di copertina.

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