“Le persone fanno cose strane, amano, dimenticano, se ne vanno, ritornano, non fanno mai capire perché lo fanno, perché cercano di ribaltare il proprio destino”. Citazione tratta dal libro.
Siamo strani, a volte: complichiamo le questioni semplici e ci riempiamo di domande che serviranno solo a scoraggiarci e a farci perdere, di nuovo; mettiamo distanze, le allunghiamo e le restringiamo e ci facciamo male, combattendo contro il destino che ognuno ha e, talvolta, ci sforziamo di dimenticare, invano.
Ha ragione Chiara Ferrari, la protagonista de “La ragazza dei fiori”, l’opera di esordio di Chiara Maggi, edita da CTL Editore , quando afferma che ci roviniamo per paura di accettare il nostro destino. Sarebbe tutto molto più semplice, se fossimo capaci di accettare ciò che non possiamo cambiare.
“La ragazza dei fiori” narra la storia di Chiara, appunto. Una giovane donna con un passato doloroso sulle spalle, e quella solitudine tipica di chi ha ricevuto poco amore. Chiara, per caso o per via del destino di cui si parlava poc’anzi, conosce Silvano, un fioraio, che le insegna il mestiere e che l’accoglie come un padre. La trama si intensifica, si riempie di personaggi, e il lettore scopre la protagonista attraverso le sue stesse parole: il suo dolore ma anche la sua forza, l’amore che le fa paura ma che la conquista, le amicizie ma anche la sua estrema solitudine e quel tormento che Chiara ha dentro sé e che ritrova in un altro personaggio, Domenico.
Leggere “La ragazza dei fiori” non è stato semplice. L’autrice ha descritto il male di vivere, la violenza, i soprusi, la paura, la solitudine e lo ha fatto con dettagliata semplicità. Durante la lettura emergono sentimenti forti, e ci sono passaggi altrettanto forti, che non ti lasciano indifferente. Ma, per fortuna c’è il potere della letteratura, delle parole, della speranza che subentra e che, come il vento, spazza via le nuvole per lasciare spazio al sole.
Ora vi presento lei, l’autrice, che ha accettato l’invito a rispondere a qualche domanda.
VG: Buongiorno, Chiara. Benvenuta.
CM: Buongiorno a te, sono felice di fare questa intervista.
VG: Chi è Chiara Maggi?
CM: Chiara è una persona semplice, ama la natura, vive in un paese dell’entroterra ligure, fa la fioraia e da sempre scrive, sì, scrivere fa parte del mio DNA, una cosa che mi sono trovata dentro.
VG: C’è un autore che in qualche modo ha ispirato la nascita della tua opera?
CM: Ho sempre letto tanto, ci sono diversi autori che amo tra cui Elena Ferrante, Eshkol Nevo, Lorenzo Marone e la grandissima Elsa Morante, ma nessuno di loro mi ha ispirata, tutto è venuto fuori da me come un vulcano quando erutta.
VG: La natura è lo sfondo del tuo libro. Ci sono fiori, boschi, profumi… C’è un luogo naturale che ti ha ispirato e che ti fa sentire a casa?
CM: La serra dove lavoro, i boschi dove mia nonna andava a fare legna e io la seguivo agile come uno scoiattolo, i campi pieni di girasoli della Toscana, tutto ciò che è verde è casa.
VG: Ho incontrato vari “alimenti narrativi”: molti sono i sapori di casa e delle ricorrenze. Se dovessi scegliere un piatto, quale rappresenterebbe al meglio la personalità di Chiara?
CM: Una pasta al pomodoro con aggiunta di olive e peperoncino. Questo sicuramente è il piatto che più le somiglia, fresco e un po’ dolciastro, ma con un tocco piccante. Un sapore che resta a lungo in bocca e che hai sempre voglia di ritrovare.
VG: Hai usato la narrazione in prima persona, affidando alla tua protagonista il racconto. Sei un’autrice che organizza il suo lavoro o lascia che sia l’ispirazione a guidare la tua scrittura?
CM: Mi lascio sempre guidare dall’ispirazione, non organizzo mai niente, vivo di attimi, per me scrivere è buttare fuori un oceano di sentimenti e emozioni, niente di pensato prima.
VG: Chiara è una donna che vive molti conflitti. Una vita che le ha tolto tutto, e quella solitudine che non le lascia tregua sono due elementi che hai usato spesso, durante la narrazione. Apparentemente è una donna semplice, fragile, ma secondo me è tenace e forte, determinata e coraggiosa. Sbaglio?
CM: Chiara è una roccia, solo che non lo sa e questo le crea non pochi problemi, però man mano che cresce capisce che non è lei ad avere bisogno di aiuto, ma gli altri, e così si presta, adopera la sua sensibilità per fare del bene. La vera forza di Chiara è il cuore.
VG: Il perdono è un tema che torna spesso, nell’opera. Qual è, secondo te, il segreto per riuscirci? E, siamo davvero capaci di perdonare per sempre?
CM: Credo che il perdono sia necessario. È come quando facciamo un bel respiro profondo dopo aver trattenuto l’aria. Ci libera. Ci fa sentire leggeri. Certamente non è facile, ci sono ferite profonde e dolorose, ma il perdono può essere una medicina. Non fa guarire, ma sicuramente fa stare meglio. Chiara lo capisce alla fine, capisce che senza perdono non potrà mai essere veramente libera.
VG: Il tema della violenza (nei confronti delle persone e degli animali) emerge con coraggio, in molti passaggi. Se fossimo capaci di sentire le nostre emozioni e se fossimo capaci di accettarle – forse – potremmo ambire a una società più serena e più giusta?
CM: Ci vorrebbe più rispetto per tutto e tutti e soprattutto coraggio. Chiara nel libro parla spesso del coraggio…lo invoca, sa che ne ha bisogno se vuole cambiare vita e aiutare gli altri tra cui la piccola Mirella.
VG: Hai ambientato il tuo libro in Liguria, negli anni ‘80/90, un periodo storico che potremmo definire diverso, rispetto al nostro presente. Mi ha stupito, la scelta dell’arco temporale. Questo è un periodo al quale sei particolarmente legata oppure è frutto di una scelta stilistica?
CM: Mi sono venuti in mente quegli anni, anni molto diversi e per un certo verso più spensierati, senza tutta questa tecnologia che ci ha portato a soffocare le emozioni. Chiara e i suoi fiori stavano bene negli anni 80\90, quando ancora ci si guardava negli occhi.
VG: Hai esplorato a lungo anche il ruolo della famiglia, in questo tuo romanzo. Famiglia è il luogo in cui nasciamo o sono le persone che ci amano incondizionatamente? Perché, purtroppo e come hai descritto tu, non sempre le due cose coincidono…
CM: Famiglia è chi allarga le braccia per abbracciarti, chi ti asciuga una lacrima, chi capisce il tuo stato d’animo. Non sono per forza i consanguinei, ma chi in quel momento apre il suo cuore al tuo.
VG: Hai uno spazio a disposizione per invitare i lettori a leggere la tua opera. Cosa diresti?
CM: Leggete “La ragazza dei fiori” perché è una storia che lascia qualcosa di buono, scritta con sentimenti profondi, veri…Chiara assomiglia a tante donne, tante donne si riconoscono in lei. E poi perché c’è Pepe il mio bassotto, impossibile non innamorarsi di lui e di Tigro e della dolce Luna.
Buona vita, Chiara, e tienici aggiornati circa i tuoi prossimi progetti.
Si ringrazia l’autrice per aver partecipato e, inoltre, un ringraziamento particolare va a Helena Molinari per la segnalazione dell’opera.
Nota biografica dell’autrice:
Chiara Maggi nasce a Lavagna, una cittadina in provincia di Genova. Fin da bambina sente il bisogno di scrivere: scrivere era un’urgenza. Dopo aver interrotto gli studi, si è appassionata sempre di più alla letteratura. Ha letto tantissimi libri. Nella vita ha fatto vari lavori, per poi approdare in un vivaio di floricoltura. Il contatto con la natura l’ha resa ancora più sensibile, e l’ha spinta ad abbandonare le antiche paure, la sua insicurezza, ed è nato il desiderio di scrivere. “ La ragazza dei fiori” è stato pubblicato con una casa editrice di Livorno, CTL editore, il dieci di aprile 2022. Attualmente vive in un paesino dell’entroterra ligure col figlio Francesco e due cani. Si occupa sempre di fiori e nel tempo libero continua a scrivere, imprime sulla carta le sue emozioni.
Il sito internet della casa editrice è : www.ctleditorelivorno.it