“Maestre” di Simona Borgatti, Scatole Parlanti.

Maestre

“Le pie donne avevano impiegato un po’ di tempo a capire che a lui le insalate, i pomodori, i cavolfiori non erano molto graditi. Il curato era tipo da insaccati e alla fine era riuscito a metterle nel sacco intortandole per bene; così facendo iniziava la settimana con qualche cacciatorino della Cascina Cittadina. La sua cantina era sempre ben fornita di prodotti campagnoli e ogni tanto, ma giusto ogni tanto, si degnava di concedere qualcosa al popolo offrendo parte del goloso bottino per la riffa quando a maggio c’era la festa di Santa Maria Minervina, la protettrice di Pieve” citazione tratta da “Maestre” di Simona Borgatti, Scatole Parlanti.

Chi ha frequentato le scuole elementari – così si chiamavano in passato – si sarà trovato un po’ spaesato nel ritrovarsi tra quelle stesse mura, con figli o nipoti al seguito, e non solo a causa del cambiamento di nome.

Oggi la chiamiamo scuola primaria e le differenze sono tante, rispetto al passato. Il numero degli insegnanti è aumentato, le ore sui banchi anche e le aspettative nei confronti dei piccoli studenti sono più che triplicate. La società, il mondo del lavoro e il futuro in senso più ampio sono solo alcune delle cause del cambiamento che ha travolto il mondo della scuola.

Simona Borgatti, nel suo romanzo “Maestre” edito da Scatole Parlanti racconta cosa succede in una scuola primaria di un paese immaginario, Pieve Paesino, in Pianura Padana. La narrazione si sviluppa dentro e fuori, ma sempre e comunque nei confini del paese e i personaggi che il lettore incontra vivono lì, si muovono in quello spazio angusto, si parlano, si scambiano opinioni, credono di conoscersi e invece si accorgono di essere degli estranei.

Maestre” potrebbe sembrare una storia di quelle confezionate, i cui temi abbiamo ascoltato tante volte e sui quali c’è ben poco da aggiungere: gli obblighi dei docenti nei confronti di un sistema scuola che toglie sempre più tempo all’insegnamento, i tagli economici, il precariato, le tante (troppe) iniziative formative oppure le numerose sigle che accompagnano gli obiettivi e i progetti. L’autrice fa buon uso di questi aspetti, che sono obbligatori se si vuole raccontare la scuola moderna, e li rende sfondo per far muovere i suoi personaggi e per costruire la trama. Dei tanti personaggi che il lettore incontra Agnese è la prima. La sua apatia è così chiara che si percepisce subito e determina l’andamento dell’opera: un saliscendi di sarcasmo, distacco dalle emozioni e tentativi di stare a galla. Agnese è una maestra e mentre il mondo lavorativo nel quale è parte si aspetta da lei sorrisi e cuoricini, lei annega in difficoltà emotive che verranno chiarite solo a narrazione inoltrata.

Intorno a lei si alternano colleghi, riunioni, alunni, genitori. Arriva Martina, una nuova collega, e Amish, un bambino che ha fame d’amore. Per tutti loro è pronto un cambiamento radicale. E poi ci sono altri personaggi degni di nota: Don Traffico – il cui nome è di per sé significativo e rappresenta bene le azioni del personaggio – è alle prese con un gruppo di adolescenti da rieducare e Bruno l’unica quota azzurra della scuola è un personaggio chiave, in alcuni passaggi dell’opera.

Un secondo aspetto che emerge, dopo la lettura di “Maestre” è il rapporto tra l’uomo e il contesto abitativo nel quale vive. Pieve Paesino è un piccolo centro urbano. Di questo luogo si avverte la sua doppia funzione, che è spesso contrastante: da un lato ci sono le tradizioni (anche gastronomiche) e le persone che si sostengono perché il gruppo che sta bene è trainante. L’altro lato, quello meno piacevole, è spesso legato alla chiusura che il gruppo crea e che tende a escludere chi non è conforme. La parrocchia, le strade e la scuola sono tutte ambientazioni centrali dalle quali si irradiano vicende e significati.   

L’ultima nota va alla sfera psicologica che l’autrice ha voluto narrare: ci si trova davanti un ventaglio di disagi emotivi che non lasciano indifferenti.

Si ringrazia l’ufficio stampa per il file lettura in omaggio.

Nota biografica dell’autrice:

Simona Borgatti è nata nel 1966. È docente di scuola primaria ed ex giornalista pubblicista. Per La Memoria del Mondo ha pubblicato Castelli fratelli – Un curioso tentativo di salvataggio (2011) e Se mi dici no… (2019). Nel 2021, con il racconto Il giovane Lorenzo ha vinto la prima edizione del concorso letterario “Raccontami una foto” indetto dall’Associazione Culturale “La Ginestra” in collaborazione con il mensile della zona 6 di Milano “Il diciotto”.

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