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“Ballando nel silenzio” di Darinka Montico, AltreVoci Edizioni #boodinterviste.

Ballando nel silenzio

Avrei voglia di abbracciarmi”. Citazione tratta dal libro.

Per onestà verso i lettori, ci tengo a precisare che ho scritto questo articolo – premessa e domande – il giorno in cui il nostro mondo è stato travolto da un’ondata di violenza che credevamo appartenesse ai nostri libri di storia. Per una serie di coincidenze esce oggi, e proprio per non intaccare le emozioni che, si sa, fanno parte di questo blog, ho deciso di lasciarlo così, integrale e naturale.

Vorrei dirvi che scrivo questo articolo con la solita voglia e determinazione, con la consueta energia e il consolidato impegno, ma mentirei. Ho pensato, riflettuto, scritto e riscritto per giorni, prima di convincermi che potessi ancora farlo. Che potessi ancora parlare di libri, intendo. Il motivo è il mondo al rovescio nel quale stiamo vivendo e che mi ha fatto perdere gusto. Lo ammetto perché la sincerità mi piace sempre, anche quando è un po’ scomoda.

Dunque, non ero certa di continuare a pubblicare articoli e non lo sono ancora del tutto, ma dopo una lunga riflessione sul motivo che, finora, mi ha spinto a scrivere, ho capito che i libri sono una fonte di energia, sono simboli, e per qualcuno sono un appiglio, una comfort zone. Ho capito anche che divulgare bellezza è sempre un dovere, e che adesso, questo dovere, è il privilegio di chi è libero e pertanto è diventato un obbligo verso il Mondo. Il mondo della bellezza, della parola, dei pensieri, della speranza e dei sentimenti. Sentimenti veri, anche se scritti. Insomma, voglio provare a continuare e spero che i lettori apprezzeranno il mio intento.

La lunga premessa introduce il libro di cui vi voglio parlare: “Ballando nel silenzio” di Darinka Montico, pubblicato da AltreVoci.

Vi confesso che ho sentito, da subito, una forza attrattiva straordinaria nei confronti di questo libro autobiografico che è stato scritto durante il primo lockdown, nel 2020. Sarà anche perché entrambe, io e l’autrice, siamo entrate in una nuova dimensione, in quel lontano marzo: lei a Bali, io in cucina. Inoltre, entrambe abbiamo sfidato le nostre ombre e abbiamo scelto di ascoltarci, di usare quel tempo sospeso per provare a comprenderci meglio. Insomma, ho iniziato la lettura in preda ai migliori auspici.

Già dalle prime battute, ho avvertito una vena creativa e autentica che non mi ha mai abbandonato per tutta la lettura dell’opera. L’autrice, infatti, si presenta subito al lettore, quasi senza veste, in un intimo racconto di sé, quando decide di restare a Bali e di accettare l’incertezza di quel momento. La narrazione in forma libera ricorda un diario: ci sono le avventure, gli incontri, i dolori che vengono a galla insieme ai dubbi, i ricordi, l’infanzia e il rapporto controverso con i genitori, gli incontri con i guru che sembrano avere una risposta per ogni perplessità, il rapporto con i partner e con l’Amore, e, ultimo ma non per ultimo, il rapporto col cibo. Lei scrive: “Credo che mangiare sia un’arte a cui vadano dedicati tutto il tempo e la passione necessaria, sia nel combinare ogni forchettata con gli ingredienti del piatto, che nel gustarli in bocca dimostrando il piacere che meritano”. A me pare bellissimo, ancor di più adesso mentre trascrivo queste parole, e continuo a sentire il vento fresco della libertà che una donna esprime, quando ammette di amare il cibo. 

In generale, la narrazione onesta (ma anche ironica, altro plus dell’opera) mi ha condotto nei passaggi che servono, quelli giudicati indispensabili per arrivare al centro, alla soluzione, nel punto esatto in cui dovremmo arrivare, tutti noi: volersi bene. Un concetto cardine, sul quale ruota l’intera opera e che è trattato con sincerità, semplicità e simpatia.

Per accompagnarvi in alcuni dei più significativi passaggi di “Ballando nel silenzio” ho deciso coinvolgere l’autrice che ha accolto il mio invito a raccontarci qualcosa di sé e della sua opera.

VG: Buongiorno Darinka. Grazie di aver accettato il mio invito.

DM: Piacere mio, e scusa il ritardo nel rispondere, sono parecchio impegnata ultimamente e soprattutto non avevo letto l’introduzione che mi avrebbe spinto a risondere prima, MEA CULPA.

VG: Hai a disposizione uno spazio per raccontare chi sei. Siamo molto curiosi….

DM:Adoro Ballare sull’asfalto bagnato su una strada vuota in mezzo alla notte. Accendere candele in chiesa senza lasciare l’offerta. Scattare fotografie. Guardarle dopo tanto tempo. La semiotica. La psicologia e I sogni. L’Arte e gli Artisti. La Politica ma non i politici. Il Cinema. I Film Indipendenti e I Film dell’Orrore. L’odore del Cinema. La coda per comprare i popcorn. I trailer prima dei film. Mano nella Mano. Condividere una lacrima con uno sconosciuto. Il Silenzio. Il rumore della pioggia sui tetti. L’odore dei prati dopo la pioggia.  Nuotare coi pesci, ballare coi pesci. Il fuoco, Giocare col fuoco. l’ironia, il mio compleanno, i pavimenti di legno, il lago d’inverno, Il Blues, La Sicilia, I treni. Fare un picnic a letto, fare l’amore tutto il giorno interrompendo solo per fare un pic nic a letto. Una casa sull’albero. Dylan Dog. Le Sorprese. Le cattedrali gotiche. Le Polaroid. I telefoni che sono solo telefoni. I vestiti d’epoca. Le feste pazze. Cucinare per i miei amici. Chiacchiere e vino, pizza e birra, edamame e sakè. Ridere. Il rumore dei bisbigli. Il rumore delle pagine sfogliate. L’odore di un vecchio libro. Perdermi in una città che non conosco. Uno sguardo sexy al passeggero del treno che va nella direzione opposta. Non sapere. Gli animali, qualche persona. La mia rivoluzione interiore è sbocciata un paio di anni fa quando ho capito che continuare a dedicarmi a fare cose che non mi piacevano era una perdita di tempo. Parlare di me non mi piace ma parlando di quello che mi piace parlo di me…

VG: Partiamo dalla pizza, un “alimento narrativo” che nel tuo libro è molto esplicativo. Conosci Roberta, infatti, proprio seduta davanti a una pizza, a Bali. Roberta diventa una figura importante, per te. Ci daresti una tua definizione di amicizia?

DM: In questo periodo così particolare sono stata costretta a ridefinirla, ho perso diversi amici, non sono morti, semplicemente non hanno più voluto essere miei amici perché abbiamo opinioni diverse su certi temi, particolarmente polarizzanti. Quindi ti so certamente dire quello che l’amicizia non è, non è il rapporto con qualcuno che non ti accetta semplicemente per una differenza di opinioni. Personalmente io mi annoio a stare con persone che mi danno sempre ragione, mi chiedo come sia possibile, le differenze aiutano a crescere, le visioni diverse aiutano ad allargarci la prospettiva. Forse l’amicizia ha più a che fare con l’amore incondizionato per un altro essere che istintivamente ci attrae, e meno con le affinità che ci accomunano, considerando che crescendo le nostre idee continueranno a maturare e cambiare, ma certi, i veri amici, sono sempre .

VG: Ci racconteresti l’esperienza culinaria più originale che hai vissuto?

DM: Occhio di capra sul lago Issikul, in Asia centrale. Camminavo davanti a un pic nic sul prato, vicino allo yurta di chi mi ospitava e dei gentilissimi locali mi hanno offerto ciò che per loro immagino fosse una prelibatezza. (o forse mi stavano prendendo in giro e poi si sono ammazzati di risate dietro alle mie spalle, questo non lo saprò mai) e per non essere scortese, l’ho deglutito in un colpo, non è stata una bella sensazione, ma forse ho aperto il terzo occhio nel mio stomaco. 

VG: Secondo te, siamo artefici o subiamo il nostro destino?

DM: Entrambi, nel senso, è possibile che sia già tutto scritto da inizio a fine, ma tanto non lo sapremo mai, e l’idea di esserne artefici è certamente più stimolante. Quindi io vivo credendo di esserlo, ma spesso con la coda dell’occhio scorgo Dio che mi fa l’occhiolino.

VG: Più volte hai usato, per descriverti, la definizione “scettica interiore” (una definizione che ho trovato geniale). Tra Reiki, Yoga, Nyepi intropsettivo, Breathwork, Lightworker, sessioni di meditazioni e guarigioni cosa scegli oggi e perché. Raccontaci anche se nel frattempo hai sperimentato altre discipline simili.

DM: Kirtan lo accenno nel libro, oggi ho mi sono comprata un armonio e sto imparando a suonarlo, mi sto approcciando all’apnea che è una pratica che trovo meditativa e naturale estensione del breath work, pratico digiuno sempre più spesso, e sto andando a classi di danza tradizionale balinese.

VG: Siamo entrambe sostenitrici dello studio in età adulta. Stai studiando, attualmente? Oppure hai in programma di compiere studi nell’imminente futuro?

DM: Sto studiando più che mai, negli ultimi due anni più che in tutta la mia vita, nulla a livello formale, alla fine laureandomi, ho visto che l’unico mio collega che davvero ha fatto una grande e meritata carriera nell’ambito che avevamo studiato è anche l’unico che mollò al secondo anno, non sono più alla ricerca di pezzi di carta, leggo e ascolto podcast sugli argomenti che m’interessano, la vita è la scuola e io perennemente studente, oggi più appassionata che mai, tengo alla mia libertà e la conoscenza è fondamentale per individuare le tecniche di manipolazione in atto da parte di governi e mass media o influencers al soldo dei governi.

VG: Come definisci “casa”, oggi?

DM: Il luogo in cui mi sento più a mio agio. Prima erano posti, poi è stata la strada, ora è dentro di me.

VG: Sei una viaggiatrice che ha affrontato molte sfide, alcune estreme. Non hai mai avuto paura di non riuscire a raggiungere la meta finale?

DM: In tutta onestà no. C’è sempre un modo, fortunatamente mi viene spontaneo utilizzare i “come” al posto dei “ma”. Come è realizzabile? Non “ma è realizzabile” se non trovo una risposta al come non intraprendo il progetto, se la trovo, poi il resto si tratta solo di avere la determinazione necessaria per portarlo al termine. E avendolo scelto io è perché credo nelle motivazioni, credo abbia un valore, abbandonarlo mi suona come tradimento.

VG: Citazione dal libro : “Il guru suggerisce l’importanza di non focalizzarsi sui problemi, perché questo non farebbe altro che renderli più grandi e crearne di nuovi. Al contrario, pensare alle possibili soluzioni renderà positivo il nostro atteggiamento e permetterà loro di venire a galla”. Tutto questo è un insegnamento preziosissimo, che dovremmo acquisire. Lo senti tuo? E, domanda ancora più difficile, riesci ad applicarlo, nella vita quotidiana?

DM: Ogni tanto quando gli ostacoli appaiono grandi ce lo dimentichiamo, anch’io lo dimentico, infatti senza scherzare me lo voglio tatuare sulla mano come promemoria. Cambiare il mindset, cambia il nostro approccio alla situazione, e ció che sembra un problema, si trasforma in una lezione. Se non impariamo a risolverle si ripresenteranno continuamente sul nostro cammino, con diverse facce, in diverse situazioni, invece se capiamo come gestire l’ostacolo, la prossima volta non sarà più tale, sarà una semplice situazione. 

VG: Ultima domanda. Ci piacerebbe conoscere i tuoi progetti per il futuro, letterario e non.

DM: Anche a me.

Allora ti offro uno spazio qui, per quando avrai voglia di raccontarci qualche tuo nuovo traguardo.

Si ringrazia lo staff della AltreVoci Edizioni per la copia lettura in omaggio.

Nota biografica dell’autrice:

Darinka Montico è nata a Verbania nel 1980. È viaggiatrice, scrittrice, fotografa e video maker. Dopo una lunga permanenza all’estero, in cui svolge le professioni più disparate, torna in Italia nel 2014 per dedicarsi completamente alle sue passioni. Ha pubblicato nel 2015 Walkaboutitalia, il diario del suo cammino di sette mesi dalla Sicilia al Piemonte senza soldi in tasca, accompagnata dall’ospitalità di sconosciuti e dai loro sogni. Del 2016 è Mondonauta, il racconto di un altro lungo viaggio dal Laos alla Scandinavia via terra. Dopo aver attraversato l’Oceano Atlantico in barca a vela e le due Americhe in bicicletta, resta bloccata a Bali dalla pandemia del 2020. Da questa esperienza nasce Ballando nel silenzio, il più introspettivo dei suoi racconti.

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