Racconti per unire emozioni in tempo di distanze.
Come reagire agli effetti malefici dei tanti lockdown nei quali siamo precipitati? C’è chi non ha smesso di lavorare e chi di sperare, chi ha ritrovato vecchie scatole di ricordi e di idee non sviluppate, chi si è dedicato alla cucina (io ne so qualcosa…) e chi ha vissuto con rabbia e dispiacere il tempo sospeso e – all’apparenza – infinito del distanziamento sociale. Un gruppo di scrittori, invece, come potrebbe affrontare un evento così straordinario, reso ancora più straordinario da un invito che proviene direttamente dalla casa editrice che ha pubblicato i loro sogni di carta e parole?
Questo è il principio di “Pentàgora(c)conta – Un fior fiore di narrazioni” a cura dei Narratori e delle Narratrici di Pentàgora Edizioni.
Nella Notarella a cura della redazione, mi trovo subito a mio agio quando leggo che “si è partecipato al banchetto di Pentàgora con la stessa libertà con cui si arriva a una festa fra amiche e amici, senza accordi preliminari: alcuni hanno portato quel che era già pronto in frigo (dolce, piccante o amaro… non importa), altre hanno confezionato pietanze nuove per l’occasione…”. Grazie a queste semplici metafore, il clima che mi attende è invitante e ha il sapore di ritrovo, di un’occasione speciale, di un momento di condivisione a base di una forte identità, come solo le raccolte di racconti sanno essere. Tante penne, stili diversi e trame sempre nuove mi attendono. Mi immergo nella lettura e le sorprese sono tante, tutte di pregio.
Non ho intenzione di segnalare titoli o nomi degli autori in ordine di apparizione, né di raccontarvi le sole trame, i visi dei personaggi (così come li ho immaginati) o le loro voci: entrerei in una fase di spoiler che non amo mai, soprattutto quando si tratta di un’opera a più mani.
Preferisco concentrarmi su elementi che hanno saputo emozionarmi, che mi hanno trasportato in un angolo lontano, eppure vicino, tra le righe e le metafore che mi hanno convinta.
La prima evidenza è l’ambientazione: come da premessa, ogni autore ha compiuto una scelta netta, ma molte sono le somiglianze. Una di queste è la Liguria – la terra nativa di molti degli autori e dell’editore stesso – che qui viene descritta come culla, casa, protettrice di panorami mozzafiato, landa di mare e vento, di montagna e torrenti che, a causa di forze ancestrali, diventano portatori di distruzione. La Liguria è anche la terra dei profumi: la focaccia appena sfornata, le castagne d’autunno che colorano i boschi, i taggèn all’uovo (i taglierini) fatti di forza, delicatezza e amore.
Per quanto riguarda il periodo storico, gli autori hanno spaziato lungo la linea del tempo: la guerra del secolo scorso e la moderna pandemia sono diventate sfondo e protagoniste. La grazia della narrazione, in ogni caso, è percepita e molto gradita.
I protagonisti sono tutti viscerali, vibranti: ci sono uomini di valore, una madre e un figlio incastrati in un rapporto silenzioso, una dolce bambina che vive una fiaba, donne che conoscono il significato dell’amore, un gruppo di amici che non si arrende all’avanzare dell’età e molti altri ancora, tutti degni di essere chiamati protagonisti.
I temi che emergono, tra gli stili diversi, sono tanti, come immaginerete, e in questa sede ne citerò solo alcuni: la condizione della donna, la speranza, la solidarietà, la comunità, il rapporto tra uomo, natura e i suoi frutti, la povertà, il lavoro e il sacrificio.
In conclusione, “Pentàgora(c)conta – Un fior fiore di narrazioni” è un patchwork di immagini, emozioni, suggestioni e personaggi distinti, creati ognuno sulla base di una forte identità.
Si ringrazia l’autrice Helena Molinari (suo il racconto “La neve speciale”) per il file lettura omaggio.
Il sito della casa editrice è : https://www.delfinoenrileeditori.com/pentagora/.