“Rinascere a Midsommar” di Elena Andreotti.

Quanto tempo è necessario per guarire dalle proprie ferite, quelle più profonde e taciute? Quali sono i mezzi attraverso i quali possiamo provare ad attuare la famosa svolta? Quali sono le spinte che ci inducono a prendere una direzione piuttosto che un’altra?

Queste sono solo alcune delle domande che ho affrontato durante la lettura di “Rinascere a Midsommar” di Elena Andreotti. L’autrice, questa volta in una veste insolita e molto diversa dai gialli tecnici ai quali ci ha abituato, racconta una trama che mi ha tenuta incollata alle pagine per un lasso di tempo breve ma intenso. Siamo in un’epoca moderna e Linda, la protagonista, si rende conto di aver vissuto (e di continuare a vivere) una vita schiava, tossica, dipendente. Un’esistenza che l’ha spinta all’angolo delle sue possibilità, tra ombre e incertezze e, forse per un consequenziale risultato, ad affrontare una malattia che la rende ancora più sola. Sarebbe facile abbandonarsi al dolore, ai silenzi, alla quiete della tristezza, ma lei è una donna che vuole vivere, che ha nel sangue la passione di esistere, che trova il coraggio di dire quel “no” che tante volte è stato taciuto. Linda ha una seconda possibilità: in Svezia, nel paese in cui ha trascorso le vacanze da ragazza, nella casa in cui la zia le aveva insegnato a dipingere e a essere felice.

Siamo di fronte a una storia moderna di rinascita – come del resto recita il titolo – è a tutti gli effetti l’autrice focalizza l’attenzione su molti degli aspetti che inducono a tale processo: il viaggio, la lotta contro i sensi di colpa, la sana attenzione verso sé stessi, la spiritualità e la tradizione, la motivazione, il bisogno di mettere distanza tra un passato malato e lo spiraglio di luce che si apre quando c’è speranza. Tuttavia, c’è un aspetto che mi ha colpito maggiormente rispetto a tutti gli altri, che restano comunque di grande spessore: la malattia di Linda. Non è mia intenzione svelarvi aspetti della trama che è giusto scopriate in autonomia, ma, nonostante ciò, il legame psicologico-emotivo nel quadro fisico generale, in questo contesto, diventa un tema nel tema. È una scoperta, una fase interessante, una rispettosa forma di riflessione che non mancherà di coinvolgervi.

La scrittura di Elena Andreotti si conferma completa e, anche in questo genere letterario, riesce a essere lineare e precisa così che la lettura procede senza intoppi. In generale, le descrizioni essenziali, le informazioni pratiche di cui l’autrice cita anche la fonte e l’intreccio tra i personaggi sono tutti fattori ben costruiti, a mio avviso.

L’aspetto gastronomico non delude: il lettore si aspetta di captare i sapori e i profumi di una terra affascinante come è la Svezia ed è piacevolmente accontentato. Ci sono gli sgombri conditi con salsa di mirtilli che compongono una delle cene a base di ricordi; decotti misteriosi che aprono la mente e il cuore; un picnic per celebrare la tradizionale e propizia festa di Midsommar a base di polpette, salmone, aringhe, fragole e acquavite.

Non è tutto. Linda resta legata al suo passato perché non tutto è da archiviare. Cosi la pasta, il vino bianco, il caffè sono sapori che continua ad amare.

E proprio attorno all’Amore l’autrice tesse la sua trama, e riesce bene a trasmettere ciò che la protagonista prova. Non aspettatevi, però, la magia delle favole: per Linda il viaggio sarà costellato di rinunce, domande, riflessioni, strappi, lacrime, certezze e delusioni.

Nel complesso, “Rinascere a Midsommar” è una lettura che mette in evidenza tratti psicologici di grande rilievo attraverso una narrazione delicata e sublime.

Consiglio di lettura: Inserirei questa lettura nella mia casella personale “evergreen”: per la scelta stilistica, i temi affrontati e la magia che si sprigiona è un libro che può essere letto in qualsiasi “stagione” della vita. Una lettura al femminile che sarebbe appropriata anche per un pubblico maschile.

Si ringrazia l’autrice per il file lettura inviato in omaggio e per la foto copertina.

Nota biografica dell’autrice:

Elena Andreotti è sociologa con perfezionamento in bioetica. Ha lavorato per circa venti anni nella P.A. dove si è occupata a lungo di informatica, partecipando a progetti riguardanti il sistema informativo aziendale e curando la formazione dei colleghi. Attiva nel volontariato, attualmente cura la formazione dei volontari.

Ha collaborato per una decina d’anni con un periodico locale, occupandosi della rubrica di bioetica.

Appassionata di pittura, fotografia e macrofotografia che pratica dilettantisticamente, ma con buoni risultati. Lettrice onnivora, predilige la letteratura ‘gialla’ e fantascientifica classica.

Da circa due anni scrive libri gialli, pubblicati su Amazon. Da poco si è cimentata in un sick_romance.

Libri già pubblicati

Li trovate nella Pagina autore di Amazon

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